Entro domani, Enrico Letta scioglierà la riserva sulla sua discesa in campo come segretario del Pd. Intanto, all’interno del partito è in atto un durissimo scontro tra le diverse correnti.
Si era arrivati al nome dell’ex presidente del Consiglio grazie al lavoro certosino di uno degli esponenti più influenti dei Dem, Dario Franceschini, che vorrebbe un partito unito e il coinvolgimento delle minoranze interne.
Lo scontro più acceso è quello tra i renziani, i fedelissimi di Nicola Zingaretti e la frangia che, da settimane, chiede a gran voce che il successore naturale alla segreteria sia Andrea Orlando.
Lorenzo Guerini e Luca Lotti hanno inviato un comunicato per smentire le voci di divisioni interne mentre l’onorevole Matteo Orfini, a Radio Cusano Campus, ha dichiarato: “Zingaretti se ne va perché ha fallito una linea politica, quella costruita sull’accordo col M5S, che ha portato a piegarsi nei confronti di Conte. Zingaretti fa il martire, ma il suo lo ritengo uno sfogo. Io, due anni fa, dissi di sciogliere e rifondare il Pd, perché si faceva già fatica”.
Molto duro anche Nichi Vendola che, intervistato da Repubblica, ha paragonato il Pd al conte Ugolino che divora i suoi figli. “Ma questo cannibalismo – ha spiegato il politico pugliese – e le faide di corrente sono il frutto del vero problema: il Pd non ha identità, un progetto, una visione del futuro”. Ha poi aggiunto: “La scomparsa della sinistra chiede a tutti un’analisi che non si è mai fatta. Occorre capire, elaborare i nostri lutti, invece di invocare sempre una ‘tabula rasa’ e un nuovo inizio”.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, si dice felicissimo dell’eventuale incarico di Letta: “Lo sto incoraggiando a fare questa meravigliosa pazzia, così potremo tornare a lavorare senza più divisioni e correnti”.