E adesso scatta l’offensiva “tutti contro tutti” o meglio tutti contro Grillo. Il Cavaliere attacca il comico genovese accusandolo “di cattiveria” prima e definendolo poi “un pericolo per la democrazia”. Il leader del movimento 5 stelle, che con spot e comizi, riesce ad attrarre gli elettori stanchi dei soliti volti in politica, fa paura ai suoi avversari. Perché tra i voti che riuscirà ad accaparrarsi il Professore e quelli che rosicchierà Grillo, per Pd e Pdl il comico genovese rimane comunque un avversario temibile, o meglio uno con cui fare i conti in Parlamento. “L’arrivo di deputati e senatori del movimento di Beppe Grillo -dichiara Berlusconi – porterebbero a una balcanizzazione del Parlamento. I candidati del M5S provengono in gran parte dall’estrema sinistra, dai centri sociali e dai comitati NoTav”. In ogni caso Grillo, chiude il Cavaliere, “raccoglie il disgusto degli italiani e propone solo la distruzione del sistema senza fare mai un passo avanti verso la costruzione di qualcosa”. Accuse a Grillo anche da Bersani che dichiara: “Io le istanze dei cittadini arrabbiati le comprendo ma Grillo non ha mai risposto ad una domanda in vita sua e questo ci porterebbe fuori dalla democrazia”. E sulle proposte avanzate dal leader di M5S aggiunge: “Via dall’euro e mille euro per tre anni a chi è senza lavoro? Così lui ci porta in Grecia…”.
Su Grillo ed euro si è espresso anche Mario Monti che ha ribadito l’importanza della moneta unica per il Paese e accusa Grillo di provincialismo: “Gli italiani hanno tutto l’interesse a tenersi stretto l’euro senza il quale saremmo una zattera in mezzo a un mare in tempesta; senza pilota, timone, motore o vela. C’è un provincialismo e ci sono alcuni italiani che potrebbero orgogliosamente pensare di essere realmente liberi, indipendenti ed autonomi: andremmo alla deriva rapidamente”. Sulla stessa linea Ingroia a capo della Lista Rivoluzione Civile: ”Grillo si limita a protestare per come funzionano le cose e chiede l’uscita dall’euro. Questo sarebbe un atto suicida”. E sulla possibilità di dialogo l’ex magistrato dichiara: “Ho tentato di parlarci perché molte battaglie sono comuni, ma lui ha preferito inseguire l’elettorato di destra, attaccando la magistratura e strizzando l’occhio a Casapound”. Dal canto suo Grillo continua la sua campagna elettorale dalle piazze e da Savona punta il dito ancora una volta sui salotti politici in tv: “I politici vanno in tv –dichiara il comico genovese – ma che cosa ci vanno a fare? Io ho rifiutato, e credo di aver fatto bene. Questi vanno e poi dicono tutto e il contrario di tutto. Sono ridicoli, devono andare a casa”.
Intanto si profilano guai per l’altro ousider Oscar Giannino a capo di “Fermare il declino”. Ormai con le spalle al muro il giornalista ha dovuto ammettere di non aver conseguito nessun master in economia a Chicago come era stato millantato nel suo curriculum. “ Ho commesso – dice Giannino – un errore gravissimo e devo chiedere scusa a tutti”. A inchiodarlo Luigi Zingales, uno dei fondatori del movimento: “Non è vero che ha conseguito un master nella mia università – ha detto l’economista docente all’università Chicago booth school of business – L’ho scoperto qualche giorno fa e da qui è scattata la mia volontà di abbandonare il movimento. È un fatto grave per un partito che predica meritocrazia e onestà”. Per qualche giorno Giannino si era trincerato dietro scuse e ipotizzando un equivoco, ma ieri è arrivata la confessione: “Non ho titoli accademici. Ho studiato a Chicago per i fatti miei. È stato tutto un equivoco”.
Federica Macagnone