Saranno settemila i seggi aperti in tutta Italia in vista delle primarie del Partito Democratico. Domenica non meno di un milione di italiani si recherà alle urne per scegliere il prossimo segretario dem.
Almeno così sperano i candidati e i big del partito come Walter Veltroni che poco fa, su Instagram, ha lanciato una vera e propria chiamata alla partecipazione: “Non è il tempo della rinuncia, bisogna votare per la democrazia”. Il primo segretario dem, che si è mantenuto neutrale nella contesa, segue così Romano Prodi, che invece voterà Nicola Zingaretti.
Ma il messaggio più sorprendete è forse quello di Meri De Martino, 26 anni, segretaria del circolo Pd “Pratello” di Bologna. In una lettera al quotidiano la Repubblica la giovane militante dichiara di comprendere la delusione del popolo democrat e stila un vero e proprio decalogo delle motivazioni più ricorrenti per giustificare l’astensione. Infine chiede a tutti di partecipare, nella rivincita del “simpatizzante anonimo”, “disperatamente ottimista e innamorato della politica”. Secondo la De Martino è lui “l’unica risorsa per provarci insieme. Nonostante tutto.”
D’altronde la vera sfida della competizione tra il governatore del Lazio, l’ex segretario Maurizio Martina e il renziano Roberto Giachetti, è legata alla partecipazione, con quota un milione l’obiettivo minimo dichiarato. Un dato inferiore appare come poco “legittimante”. Sarebbe comunque la conferma del trend negativo registrato nel 2017, quando alle primarie vinte da Renzi parteciparono 1 milione e 800 votanti.
Secondo tutte le rilevazioni Nicola Zingaretti è favorito, ma dovrà attestarsi su un risultato superiore al 51 per cento per “stare sereno” ed evitare accordi e compromessi con le altre correnti. Con lui segretario presidente del partito dovrebbe diventare l’ex premier Paolo Gentiloni.