ROMA – Attesa dell’Italia alla vigilia dell’Eurogruppo e del vertice Ecofin (il Consiglio di Economia e Finanza europeo) di venerdì 8 dicembre. Sono ore decisive per le trattative che decideranno le sorti del Mes e del Patto di Stabilità.
Sul fronte del Mes (il Meccanismo Europeo di Stabilità) o fondo “salva Stati” l’Italia è l’unico Paese a non aver completato la ratifica del nuovo trattato. Secondo fonti Ue, domani “l’Italia sarà invitata a dare un aggiornamento sullo stato delle cose”. A luglio il parlamento nazionale aveva deciso di sospendere questo processo per quattro mesi. Ora il temine è scaduto e il governo deve chiarire la via da seguire e la tempistica per la ratifica del trattato.
Sul fronte del Patto di Stabilità l’Italia è pronta a giocare la carta del veto, quando si parlerà della riforma del Patto Ue cercando un accordo al momento lontano. L’Italia sarebbe pronta a mettere uno stop a una formulazione “troppo tedesca” della riforma del Patto.
L’Italia non contesta la necessità di vincolare l’aumento indiscriminato di deficit e debito e di individuare un percorso per sgonfiarli ma mette nel mirino i “vincoli sovrapposti” pretesi dalla Germania che fissa un doppio obiettivo da rispettare. Un taglio del debito dell’1% all’anno per i paesi che stanno sopra il 90% nel rapporto debito/Pil come l’Italia e un deficit all’1,5% mentre si riduce il debito. Lo ha fatto capire bene ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti davanti alle Commissioni di Bilancio di Camera e Senato. Di fronte alle richieste di austerità della Germania, Giorgetti ha ribadito il no a “ulteriori regole stringenti” perché “non si può accettare di fare tutto”. Stessa posizione espressa anche dalla premier Giorgia Meloni che ha parlato di ore di “serrata trattativa” e ribadito che “l’unica cosa che non si può fare è dire di sì a regole che non si possono rispettare”.