Ancora polemica nel Partito Democratico. La miccia la innesca Matteo Orfini nella piazza virtuale di Facebook, con un post in cui paventa l’ipotesi dello scioglimento del Pd per ripartire da zero. “Tutti dicono di voler superare il correntismo e poi chiedono di fare subito un congresso basato su accordi tra correnti e filiere di tessere e preferenze. Bene, facciamolo. E il giorno dopo? Ricominciamo come sempre, con la minoranza che combatte la maggioranza? Pensate davvero che così la risolviamo? Beati voi…”
Le risposte non si fanno attendere. Francesco Boccia sul Fatto Quotidiano di oggi bolla la proposta di Orfini come una sciocchezza. “Il partito non è una spa e noi non ne siamo gli amministratori. Serve un congresso presto e prendere atto che il fallimento culturale del renzismo è stato anche la disfatta di una generazione intera. La rottamazione è stata un disastro senza precedenti per la sinistra italiana. E tra i responsabili metto anche chi, come me, si è sempre opposto al renzismo”. Proprio Matteo Renzi si scaglia contro “il fuoco amico che ha sempre fatto il male del partito”; per l’ex segretario il problema da combattere ora è l’immobilismo del governo, sulle dinamiche interne al Pd ci penserà il congresso. Proprio su quest’ultimo punto è intervenuto Paolo Gentiloni dalla festa dell’Unità di Modena. Se Maurizio Martina lo invoca a gran voce per gennaio, subito dopo le primarie, l’ex presidente del Consiglio preme affinché si acceleri. “Sbrighiamoci perché il paese ce lo chiede. Il congresso per concludersi a gennaio si fa, di fatto, da subito. Sarà un processo in cui verranno coinvolti prima gli iscritti, poi i nostri sostenitori con le primarie. E per arrivare a concludere questa storia a gennaio – ha sottolineato – bisogna cominciare molto presto”.
Su Twitter invece Carlo Calenda lancia la proposta di una cena tra “big”: “Vediamoci Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Marco Minniti per essere operativi: martedì da me a cena. Invito pubblico per renderlo più incisivo ma risposta privata va benissimo”. Sull’invito di Calenda, Renzi ha spiegato ai suoi di avere grande stima per i tre commensali, evidenziando come abbiano assunto importanti responsabilità nel Paese proprio su sua proposta. Massima disponibilità dunque, a condizione che sia chiaro che non c’è nessun accordo possibile coi Cinque Stelle e con la Lega. Ma un’opposizione durissima come quella di chi ha fatto ostruzionismo alla Camera.