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PARTITE TRUCCATE, NUOVO CAPITOLO: ARRESTATO PRESIDENTE CATANIA PULVIRENTI

di Domenico Cappelleri24 Giugno 2015
24 Giugno 2015

PULVIRENTI

Ormai sembra essere un classico del calcio italiano: manette sotto l’ombrellone. Stavolta a finire dietro le sbarre sono il presidente del Catania Antonio Pulvirenti (nella foto), l’amministratore delegato etneo Antonio Cosentino, e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, oltre ad altri quattro personaggi legati al mondo delle scommesse. Gli indagati dalla procura di Catania sono in tutto 19. La squadra siciliana si è resa protagonista di una straordinaria rimonta nell’ultima stagione di serie B, ma secondo gli inquirenti, cinque partite giocate dal club rossazzurro sarebbero state truccate dietro il pagamento di somme di denaro. L’operazione della polizia è stata denominata “I treni del gol” per le intercettazioni che riguardano il numero uno catanese Pulvirenti, che al telefono parla con gli altri indagati di “convogli” vincenti, riferendosi ai giocatori pagati per far perdere le rispettive squadre. I match che sarebbero stati pilotati sono: Varese-Catania 0-3 del 2 aprile, Catania- Trapani 4-1 dell’11 aprile, Latina-Catania 1-2 del 18 aprile, Catania-Ternana 2-0 del 24 aprile e Catania-Livorno 1-1 del 2 maggio.
L’inchiesta apre scenari inquietanti per tutto il calcio siciliano, considerato che nel registro degli indagati sono finiti anche il presidente del Messina Pietro Lo Monaco e altri dirigenti della società peloritana. La squadra giallorossa, retrocessa in serie D quest’anno, è sotto accusa per l’1-1 casalingo contro l’Ischia e rischia a questo punto l’agognato ripescaggio in Lega Pro. Per la società di Pulvirenti invece si prospetta una retrocessione diretta.

 

I precedenti. Il calcio italiano vivrà dunque un’altra estate “caldissima”. Sul web girano più che mai attuali le immagini del 23 marzo 1980, giorno in cui le gazzelle dei carabinieri entrarono negli stadi di serie A e arrestarono per combine tredici giocatori. La vicenda costò la retrocessione al Milan e alla Lazio oltre a squalifiche durissime ai calciatori coinvolti, tra cui Paolo Rossi. Nel 1993 il presidente del Perugia calcio Gaucci regalò un cavallo all’arbitro Senzacqua per ottenere favori in due partite. Il direttore di gara confessò il tentativo di illecito e il Perugia non fu ammesso in serie B. Nel 2005 i carabinieri fermarono il dirigente del Venezia Giuseppe Pagliara con 250mila euro intascati dal patron del Genoa Preziosi. In quell’occasione il grifone che aveva ottenuto la serie A, fu retrocesso in C1. Nel 2006 lo scandalo degli scandali con calciopoli, alla Juve furono revocati due scudetti e la squadra fu retrocessa in serie B per un sistema che secondo la corte d’appello di Napoli “durava da anni e anni”. Infine, passando per il caso scommesse del 2011 in cui furono coinvolti Cristiano Doni e Beppe Signori, si arriva ai giorni nostri con l’inchiesta aperta il mese scorso dalla procura di Catanzaro.

 

Domenico Cappelleri

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