HomeCronaca “Parlare civile” per salvaguardare le fasce più deboli. Convegno alla Camera con Laura Boldrini sull’importanza del linguaggio giornalistico

“Parlare civile” per salvaguardare le fasce più deboli. Convegno alla Camera con Laura Boldrini sull’importanza del linguaggio giornalistico

di Carlo Di Foggia12 Giugno 2013
12 Giugno 2013

Temi difficili e un linguaggio per parlarne, per evitare che i soggetti più deboli soccombano ad un uso improprio delle parole. Non politically correct, ma “parlare civile”, insieme tema del convegno andato in scena ieri alla Camera dei deputati e titolo del volume curato dall’Agenzia redattore sociale: un mini-dizionario di 25 parole chiave, a cui se ne legano quasi 350: da “Disabilità”, a “Genere e orientamento sessuale”, da “Immigrazione”, a “Povertà ed emarginazione”, “Prostituzione e tratta”, “Religioni”, “Rom e Sinti”, “Salute mentale”. Il convegno “Per una comunicazione che non discrimina. Da clandestino al femminicidio, la cura incessante delle parole”, è stato introdotto dal direttore di Redattore Sociale Stefano Trasatti. A presentare il libro una delle autrici, la giornalista Raffaella Cosentino, e il prof. Francesco Carchedi, sociologo dell’associazione Parsec che insieme a Enrico Pugliese e Giovanni Mottura ha fornito il supporto scientifico per la realizzazione del volume e del sito. Il tutto alla presenza della Presidente della camera, Laura Boldrin.

«Parlare civile è necessario tutti i giorni, dai disabili, ai migranti, alle donne vittime di violenza», ha spiegato Boldrini in apertura del suo intervento ricordando il suo impegno all’interno delle organizzazioni internazionali, dove ha lavorato, per l’uso di un linguaggio corretto, «che non è neutro, ma influenza fortemente». «È miope – ha continuato la presidente – liquidare lo sforzo per un’informazione responsabile come buonismo e politically correct“, perché è un atteggiamento che “non considera il grande impatto sull’opinione pubblica nella comunicazione dei fenomeni”. Impatto che avviene in tutte le grandi democrazie occidentali, come ad esempio in Inghilterra, paese dove il dibattito sul linguaggio giornalistico è più ampio, garanzia «che tutti i gruppi siano rappresentati nel mondo dell’informazione». Un impegno che è quindi anche «una sfida a colmare il divario con gli altri paesi europei, in termini di dibattito su questi temi», come ha spiegato Anna Meli, Coordinatrice dell’associazione Carta di Roma.

Sintomatico l’episodio – raccontato da Boldrini – che ha dato vita alla Carta di Roma, il più importante strumento creato in Italia per aiutare i giornalisti ai fini di una comunicazione più corretta, anche giuridicamente: “Un quotidiano nazionale, in buona fede aveva intervistato tre rifugiati eritrei, pubblicandone fotografie e nomi”. Dalla richiesta di un compenso altissimo che era seguito alla pubblicazione del servizio, Boldrini ha raccontato che è nata l’idea di fornire agli operatori dell’informazione uno strumento nuovo. Per questo “Parlare civile” si inserisce nello stesso filone, «un lavoro prezioso per fare sì che il linguaggio non sia vittima di pregiudizio». E «che sarà importante veicolare attraverso il web», cosa che – ha poi assicurato il Direttore di Redattore Sociale Stefano Trasatti – avverrà a settembre, quando il libro si trasformerà in sito.

Ed è proprio sul web che la presidente della Camera è tornata, dopo le polemiche delle ultime settimane seguite alla sua intervista a Repubblica, dove aveva parlato delle minacce ricevute in rete e l’esigenza di affrontare il fenomeno. Su cui ieri si è pronunciato anche il Garante della privacy, Antonello Soro che, presentando l’annuale relazione dell’Autorità, ha auspicato un intervento legislativo per punire chi «utilizza la violenza verbale sul web». «La tutela della privacy e la protezione dei dati personali non possono essere utilizzati pretestuosamente per mettere ostacoli all’informazione», ha spiegato Boldrini a margine dell’incontro: «È responsabilità degli operatori dell’informazione la distinzione tra ciò che è notizia, cioè fatto di rilevanza politica, e ciò che è vicenda privata o persino pettegolezzo».

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