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Parco d’Abruzzo, ucciso l’orso Stefano. Dagli anni ’70 sono quasi 100 gli esemplari uccisi e solo due morti per cause naturali

di Francesca Ascoli10 Luglio 2013
10 Luglio 2013

“E’ assolutamente necessario che le autorità, in modo deciso e coordinato, mettano in campo tutte le misure necessarie per fermare la strage di fauna selvatica nel territorio del Parco”. Sono parole dure quelle di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, dopo l’uccisione, ieri, dell’orso Stefano, l’ennesimo esemplare abbattuto dai cacciatori. “In questi ultimi mesi, infatti, sono stati diversi gli animali uccisi, dagli orsi ai lupi, e quasi mai sono stati rintracciati e puniti i colpevoli. E’ inaccettabile che si continuino a verificare questi episodi che mettono a rischio una delle specie più importanti e preziose del nostro Paese” racconta  ancora Nicoletti.
L’uccisione. Il corpo dell’animale è stato ritrovato ieri da un’escursionista, alle pendici del monte Morrone, nel lato molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sul cadavere sono stati ritrovati diversi bossoli di fucili da caccia e l’esame radiografico, effettuato dal dipartimento di Scienze biomediche della Facoltà di veterinaria dell’Università’ di Teramo, ha mostrato una pallottola nel cranio, che ne avrebbe causato la morte, una nell’omero e un’altra, caricata a pallini, nel corpo dell’animale. Anche l’Ente Parco conferma la brutale uccisione dell’animale. Stefano è stato brutalmente assassinato a colpi di fucile da criminali Una vera e propria esecuzione, che ad una prima ricostruzione fa supporre l’utilizzo di diversi tipi di fucili, quindi l’intervento di diversi bracconieri”. E, nella stessa nota diramata dai forestali si legge ancora: “Un’esecuzione brutale di uno dei 60 orsi marsicani che ancora costituiscono la popolazione di questo splendido e rarissimo plantigrado. Un danno enorme, quindi, inferto alla natura, che va anche contro gli interessi delle stesse popolazioni del Parco che chiedono la conservazione rigida di quest’animale, che è anche fonte di ricchezza poiché induce un flusso turistico di notevole importanza economica. Nei prossimi giorni l’Ente Parco provvederà a sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Isernia, competente per territorio, perché si avviino le indagini per arrivare alla scoperta dei colpevoli. L’Ente Parco si riserva di fornire altre importanti evidenze che dovessero manifestarsi dalla necroscopia dell’orso che verrà eseguita nel pomeriggio nell’Istituto Zooprofilattico di Teramo”.
I precedenti. Al 30 maggio del 2012, dal 1971, erano 95 gli orsi marsicani uccisi, dei quali dodici gli esemplari investiti da auto e treni, quattro uccisi dai bracconieri e dieci quelli avvelenati. Molti degli orsi erano “amici”degli abitanti, tanto da meritarsi un nome, e proprio loro sono famosi alle cronache: come  l’orso Franco trovato ad Alfedena (L’Aquila) nel settembre 1992, e l’orso Mirko sulla Majella, a Palena (Chieti) nel 1993 ucciso dai bracconieri. A San Donato in Val Comino (Frosinone) l’orso Carlo, è stato trovato morto nel febbraio 2002.  Anche l’orsa Serena, è stata trovata morta ad Alfedena, nell’ottobre 2002. L’orso Bernardo fu avvelenato a Gioia dei Marsi, uccisi da cause ignote l’orso Nestore, individuato sul Monte Cavallo, nel territorio di San Biagio Saracinesco (Frosinone), nell’agosto 2008, e l’orsa Vincenzina, trovata a Filignano (Isernia) nel luglio 2009. Nello stesso anno l’orso Fortunato fu vittima di un branco di cani, nei pressi di Pescasseroli. Solo per due esemplari si è riscontrata la morte per cause naturali.

Francesca Ascoli

 

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