Degrado, abbandono, incuria. Neanche villa Ada, storico parco romano, è stata esclusa dalla mala gestione dei polmoni verdi capitolini: perderà, infatti, quaranta dei suoi pini secolari. Tutto è iniziato, come spesso accade quando la “sconosciuta prevenzione” non viene effettuata, dopo il crollo di un albero – lo scorso febbraio – su un’area giochi destinata ai bambini. La tragedia sfiorata e le proteste dei cittadini hanno acceso l’attenzione sulla villa e portato alla chiusura preventiva di 30 ettari di verde pubblico. Dopo l’incontro con Estella Marino, assessore all’Ambiente, e alcuni rilevamenti da parte dei tecnici del Campidoglio è stato stilato un bilancio preoccupante: oltre ai 40 pini da abbattere e, in più, dei 300 alberi controllati circa un terzo andrà monitorato costantemente perché a rischio crollo.
Durissime le parole del minisindaco Giuseppe Gerace e dall’assessore municipale Emanuele Gisci: “Ci rivolgiamo ai cittadini che quotidianamente segnalano la grave situazione di carenza del servizio di manutenzione e di pulizia in cui versano i numerosi parchi del nostro Municipio – hanno dichiarato – per i noti fatti giudiziari che hanno colpito la capitale, alcuni appalti che dovevano garantire la continuità del servizio, sono stati prima programmati, poi sospesi e infine annullati”.
Non solo villa Ada ma villa Borghese, Torlonia, Glori, il parco dell’Appia Antica e tanti altri polmoni verdi sono tenuti in un costante stato di degrado e abbandono. Sembrano non bastare le proteste dei cittadini e l’incessante lavoro delle associazioni di volontariato che contribuiscono alla tutela del verde, partendo proprio dalla pulizia delle aree e dei reperti storici, spesso colpiti dai vandali. Qualche speranza, forse, arriverà con l’Anno Santo, indetto da papa Francesco a cominciare dall’otto dicembre prossimo. “Alcuni progetti in vista del Giubileo straordinario – ha spiegato il vice sindaco Luigi Nieri – sono pensati proprio per migliorare il decoro urbano, a cominciare dalla riqualificazione di piazze e aree verdi”.
Cecilia Greco
