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Scandalo Paradise Papers
nella bufera anche
Apple e Lewis Hamilton

Il colosso americano "avrebbe creato una

struttura segreta per evadere miliardi"

di Nancy Calarco07 Novembre 2017
07 Novembre 2017

Apple replica al ciclone di accuse piovute su Cupertino dopo la divulgazione dei Paradise Papers, 13 milioni di file frutto di un’inchiesta condotta dal pool giornalistico internazionale Icij del quale fanno parte, per l’Italia, l’Espresso Report.
Il colosso della tecnologia americana “avrebbe creato una struttura segreta per evadere miliardi in tasse cercando un nuovo paradiso fiscale”, dopo che l’Unione europea aveva contestato le agevolazioni ottenute in Irlanda.
Un trasferimento graduale, iniziato nell’ottobre 2013, con il quale il baricentro fiscale si sarebbe impiantando a Jersey, la piccola isola del Canale della Manica, dove l’imposta sui profitti delle società è zero.

Dopo monarchi e politici, la seconda ondata di rivelazioni sui paradisi fiscali ha investito anche lo sport. Lewis Hamilton, il campione mondiale di Formula Uno avrebbe infatti evitato di pagare l’Iva sul suo jet privato attraverso uno schema fiscale imperniato sull’isola di Man, che a quanto pare ha una sua peculiarità: viene usata per non versare questa imposta sugli aerei di lusso. Nulla di illecito, hanno replicato i legali del pilota. Del resto Appleby, lo studio di consulenza specializzato in paradisi fiscali al centro dell’inchiesta, in nove anni ha creato ben 48 società per svicolare sull’Iva di altrettanti aerei privati. Tra i beneficiari di questo schema anche Trump per un suo jet.

 

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