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Papi emeriti, Pasqua unica e scandali pedofilia: Francesco a tutto campo

di Alessandro Testa27 Maggio 2014
27 Maggio 2014

Francesco-su-aereoNon esclude la possibilità di altri papi emeriti dopo Benedetto XVI, predica “tolleranza zero” sugli scandali pedofilia e fa precisazioni sull’invito a Santa Marta al presidente palestinese Abbas e a quello israeliano Peres. E’ un Francesco a tutto campo quello che ieri, sull’aereo che lo riportava a Roma dopo il viaggio in Terrasanta, ha risposto alle domande dei giornalisti, anche alle più scomode.

Papi emeriti. «Settanta anni fa i vescovi emeriti non esistevano, oggi sono molti. Benedetto XVI ha aperto una strada nuova, quella dei papi emeriti». Con queste parole il pontefice in carica ha lasciato intendere che se un giorno anche lui dovesse sentire le forze venirgli meno, «interrogherà il Signore e rispetterà la sua volontà», ma in ogni caso «Benedetto XVI non resterà l’unico».

«Scandali inevitabili, ma tolleranza zero». L’ineluttabilità della natura umana è riconosciuta da Francesco anche riguardo agli scandali nella Chiesa che – ammette con amarezza e realismo – «ci saranno sempre, come annunciato da Gesù». Ma questo non significa accettarli a cuor leggero, anzi: «Non ci saranno privilegi per nessuno, perché un sacerdote che commette atti di pedofilia tradisce il corpo del Signore, come in una messa nera», e subito cita ben «tre vescovi sotto indagine, per cui si sta studiando la pena: tolleranza zero». Ai primi di giugno il Papa celebrerà una messa a S. Marta insieme ad otto vittime di abusi, accompagnate dal cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, che si è molto battuto contro la pedofilia sia negli Stati Uniti che in Irlanda. «E’ allo studio – ha poi detto Francesco – anche la vicenda “poco chiara” delle obbligazioni dello Ior» in cui sarebbe coinvolto il cardinal Bertone.

L’ecumenismo e la pace. Il pontefice è poi tornato sul senso del suo invito ad Abbas/Abu Mazen e Peres: «Sarà di preghiera, non ci saranno mediazioni politiche – ha assicurato – e dopo aver pregato insieme ognuno tornerà a casa sua». Il viaggio in Terrasanta e l’incontro con il patriarca ortodosso di Costantinopoli sembrano invece aver già portato progressi sulla via dell’ecumenismo, in vista forse di una possibile futura ricomposizione del millenario “scisma d’Oriente”: se già al Santo Sepolcro Francesco si era detto pronto in generale a «ridiscutere il primato petrino», ieri ha aperto al dialogo con un primo gesto rivoluzionario, definendo «ridicola» la celebrazione in due date diverse della Pasqua. «E’ come dire “Quando risorge il tuo Cristo? Il mio il 20 aprile”». Il tempo dirà se presto non si parlerà più di “Pasqua cattolica e “Pasqua ortodossa”, ma semplicemente di “Pasqua”.

Di Alessandro Testa

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