“La società ha bisogno di essere risanata dalla corruzione, dalle estorsioni, dal traffico illecito di stupefacenti e di armi e dalla tratta di esseri umani. Sono autentiche piaghe sociali e, al tempo stesso, sfide globali che la collettività internazionale è chiamata ad affrontare con determinazione”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto oggi nella Sala del Concistoro i membri della Dia (Direzione investigativa antimafia e antiterrorismo).
Vi esorto – ha incoraggiato il Pontefice – a dedicare ogni sforzo specialmente nel contrasto della tratta di persone e del contrabbando dei migranti: questi sono reati gravissimi che colpiscono i più deboli fra i deboli. Al riguardo, è necessario incrementare le attività di tutela delle vittime, prevedendo assistenza legale e sociale di questi nostri fratelli e sorelle in cerca di pace e di futuro. Quanti fuggono dai propri paesi a causa della guerra, delle violenze e delle persecuzioni hanno diritto di trovare adeguata accoglienza e idonea protezione nei paesi che si definiscono civili”.
Il Papa ha anche chiesto di combattere il terrorismo che “sta assumendo sempre più un aspetto cosmopolita e devastante”.
“Sono consapevole – ha dichiarato poi il Pontefice – del fatto che il lavoro che voi svolgete comporta anche il rischio della vita e pericoli per voi e per le vostre famiglie. Io vi assicuro che vi sono tanto vicino nel vostro lavoro e prego per voi”. Il Papa ha ripetuto questa assicurazione anche in un passaggio successivo, subito prima di concludere il discorso. “Il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi – ha detto poi – è denaro insanguinato e produce un potere iniquo, e tutti sappiamo che il diavolo entra dalle tasche, lì è la prima corruzione”