“Non siamo cristiani a titolo individuale: la nostra identità cristiana è l’appartenenza, siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa”: Papa Francesco non avrebbe potuto esprimersi più chiaramente di come ha fatto quest’oggi in piazza San Pietro, nella settimanale udienza del mercoledì. Il Pontefice ha concentrato tutta la sua omelia sul concetto di collettività: la Chiesa è una famiglia di cui non si può fare a meno se si vuole vivere da cristiani. “C’è chi crede di potere avere un rapporto personale con Gesù Cristo, senza comunione con la Chiesa. Sono tentazioni pericolose”: ha spiegato Bergoglio, mettendo in guardia chi pensa di poter fare a meno degli altri e di potersi salvare da solo, senza l’aiuto dei propri fratelli e sorelle.
Come al solito, il Papa ha utilizzato espressioni semplici, facili da comprendere e che restano facilmente nella memoria: ad esempio ha definito “cristiani da laboratorio” o “battitori liberi” quei fedeli che si isolano dagli altri e che pensano si possa amare Dio fuori dalla Chiesa. Al contrario, il buon cristiano è colui che si sente parte di un popolo imprescindibile con la propria fede.
A fine cerimonia, nonostante la pioggia, Francesco ha fatto il giro della piazza a bordo della papa mobile per benedire e salutare i pellegrini raccoltisi ad ascoltarlo e pregare con lui, circa 33 mila secondo la Prefettura della Casa Pontificia. Ha stretto mani, baciato bambini e persino scambiato lo zucchetto con uno datogli da un fedele.
Molti anche i malati e i disabili che hanno seguito la messa sul maxischermo dell’Aula Paolo VI: il Papa si è recato da loro prima dell’udienza per regalare parole di conforto e di incoraggiamento agli adulti e baci e sorrisi ai piccini. Prima di lasciare la Sala per recarsi in piazza San Pietro, Francesco ha preso in braccio un bambino, dinanzi alla mamma che non ha saputo trattenere le lacrime, e ha poi salutato tutti: “Adesso vi darò la benedizione, poi andrò in piazza all’udienza. Ma è troppo caldo per chi è ammalato: per voi è meglio seguire l’udienza qui dal maxischermo, va bene?”
Corinna Spirito