“Spostarsi e stabilirsi altrove con la speranza di trovare una vita migliore per se stessi e le loro famiglie: è questo il desiderio profondo che ha mosso milioni di migranti nel corso dei secoli. Gli esodi drammatici dei rifugiati sono un’esperienza che Gesù Cristo stesso provò, assieme ai suoi genitori, all’inizio della propria vita terrena, quando dovettero fuggire in Egitto per salvarsi dalla furia di Erode”.
Così scrive Papa Francesco nella prefazione di “Luci sulle strade della speranza”, raccolta di 500 pagine contenente i suoi insegnamenti su migranti, rifugiati e tratta di persone, pubblicata dal Dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale.
“Come la storia umana, la storia della salvezza è stata segnata da itineranze di diverso genere (migrazioni, esili, fughe, esodi), tutte comunque motivate dalla speranza di un futuro migliore altrove. E anche quando l’itineranza è stata indotta con intenzioni criminali, come nel caso della tratta, non bisogna lasciarsi rubare la speranza di liberazione e di riscatto”, ha proseguito il Papa, aggiungendo che tali movimenti umani arricchiscono tutte le nostre comunità pur con le sofferenze e le sfide sociali scaturite da questo fenomeno.
“Mi auguro che questa raccolta di insegnamenti e riflessioni possa illuminare i nostri passi sulle strade della speranza, fornendo spunti di ispirazione per la preghiera, la predicazione e l’azione pastorale”, conclude il Pontefice.
Le riflessioni del Santo Padre trovano sostegno all’interno della Chiesa: i sottosegretari della sezione migranti del Dicastero, padre Fabio Baggio e padre Michael Czerny, nella loro prefazione a “Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone”, documento di 38 pagine incentrato sulle stesse tematiche, descrivono la tratta di umani come “un flagello atroce, una piaga aberrante e una ferita nel corpo dell’umanità contemporanea”.