Papa Francesco bacchetta gli Usa. E lo fa nel fortino della democrazia a stelle e strisce, al Congresso, davanti a deputati, senatori e giudici della Corte Suprema. Dopo i “thanks” reciproci con Obama, stavolta Pope Francis decide di affrontare la “terra dei liberi”, come lui stesso ha definito gli Usa, sul loro campo di battaglia: la democrazia e la libertà, appunto. E lo fa citando quattro “grandi americani”: “Una nazione può essere considerata grande quando difende la libertà, come ha fatto Lincoln; quando promuove una cultura che consenta alla gente di sognare pieni diritti per tutti i propri fratelli e sorelle, come Martin Luther King ha cercato di fare; quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, come Dorothy Day ha fatto con il suo instancabile lavoro, frutto di una fede che diventa dialogo e semina pace nello stile contemplativo di Thomas Merton”.
E una nazione che difende la libertà deve “dire basta alla pena di morte poiché ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità”. E dire basta anche al commercio di armi: “Perché armi mortali sono vendute a coloro che pianificano di infliggere indicibili sofferenze a individui e società? Per il denaro”. Ha continuato poi sul filo rosso della difesa delle libertà, che non deve però giustificare i fondamentalismi: “È necessario un delicato equilibrio per combattere la violenza perpetrata nel nome di una religione, di un’ideologia o di un sistema economico, mentre si salvaguarda allo stesso tempo la libertà religiosa, la libertà intellettuale e le libertà individuali”.
Dopo il suo discorso al Congresso, Papa Francesco ieri era atteso a New York, dove ha visitato Manhattan, accolto da una banda musicale sulle note di “New York, New York”. Oggi a New York ha un altro appuntamento politico: alle 9.20 locali (le 15.20 in Italia) sarà infatti al Palazzo di Vetro, sede dell’Onu, per parlare all’apertura della 7oesima assemblea generale delle Nazioni Unite. Poi incontrerà privatamente anche il segretario generale Ban Ki-moon e il presidente russo del Consiglio di sicurezza. Al termine, alle 11.30 (le 17.30 italiane) commemorerà le vittime del terrorismo fondamentalista con un incontro interreligioso a Ground Zero, nel Memorial dell’11 settembre. La giornata si concluderà con la messa nel Madison Square Garden alle 18.00 (mezzanotte in Italia). Domani è atteso a Philadelphia.
Nicola Stacchietti