Ultimo giorno nella terra di Gesù per il Papa. Questa mattina alle 7 Francesco è entrato nella grande spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove è stato accolto dal Gran Muftì e dalle altre autorità musulmane, insieme alle quali ha visitato la Cupola della Roccia – da dove la tradizione ritiene che Maometto sia asceso al cielo – e la grande moschea di Al Aqsa, terzo luogo santo dell’Islam sunnita.
L’ecumenismo. Quello di Francesco è stato un viaggio breve, ma pieno di momenti altamente simbolici, a partire dalla stessa data: il 50° anniversario del primo viaggio di un Papa in Terrasanta e del ritiro delle reciproche scomuniche tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica, con lo storico abbraccio tra Paolo VI ed il patriarca ortodosso di Costantinopoli Athenagoras nella basilica del Santo Sepolcro, ripetuto ieri simbolicamente dall’attuale pontefice e dal patriarca Bartolomeo. Si annuncia piena di suggestione liturgica anche la messa che questo pomeriggio, poco prima di ripartire per l’Italia, il successore di Pietro in Occidente celebrerà nel Cenacolo: il luogo dove secondo la tradizione Gesù avrebbe consumato l’ultima cena con i suoi discepoli prima di essere arrestato dai Romani, e che normalmente è interdetto al culto a causa di contrasti sulla sua sovranità.
Una speranza di pace. Ha colpito anche i non credenti invece la preghiera solitaria del Papa sul muro di delimitazione tra Israele ed i territori palestinesi della Cisgiordania: un momento improvvisato, ma molto simile al tradizionale raccoglimento al Muro del Pianto, a pochi chilometri di distanza, dove secondo l’uso ebraico il pontefice ha poi inserito un’invocazione scritta a Dio per la pace a Gerusalemme e per tutta la regione. La Chiesa cattolica sostiene da anni il progetto «due popoli, due Stati»: per questo da Betlemme il Papa di Roma ha invitato i presidenti israeliano e palestinese – Shimon Peres e Mahmoud Abbas, detto Abu Mazen – ad una preghiera comune per la pace in Vaticano, presumibilmente nella residenza di Santa Marta: «Auguro ai popoli palestinese e israeliano e alle rispettive autorità di intraprendere questo felice esodo verso la pace con quel coraggio e quella fermezza necessari», ha detto Francesco.
La visita in Israele. Successivamente il Papa è uscito dai “Territori” per entrare ufficialmente in Israele, dove ha visitato la tomba del padre del sionismo Theodor Herzl ed il monumento alle vittime israeliane del terrorismo; in giornata Francesco incontrerà anche i due gran rabbini di Israele. Il viaggio del Papa era iniziato sabato in Giordania, ad Amman e a Betania, dove ha anche accettato un passaggio in auto elettrica da re Abdallah, con cui ha proseguito il proficuo dialogo di pace iniziato decenni fa dai suoi predecessori e dal compianto re Hussein. Francesco è il quarto Papa a visitare la Terrasanta dopo Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II durante il grande Giubileo del 2000 e Benedetto XVI nel 2009.
Di Alessandro Testa