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Papa Francesco da Cuba agli Usa, seconda tappa di un viaggio storico. Ieri messa a Holguin: “Non si abusa dei concittadini”

di Anna Bigano22 Settembre 2015
22 Settembre 2015

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Il “papa dei poveri” si prepara a lasciare Cuba. Prima però, nell’ultimo giorno a Santiago, Francesco renderà omaggio alla patrona dell’isola, la Virgen de la Caridad del Cobre – la Vergine della Carità del Rame, dal nome del metallo di cui sono ricche le rocce locali – celebrando la messa nella basilica del santuario. Ci tornerà dopo averlo visitato ieri sera, accompagnato privatamente dai vescovi dell’isola. «Madre della Riconciliazione! Riunisci il tuo popolo disperso per il mondo. Fa’ della nazione cubana un luogo di fratelli e sorelle», ha pregato Francesco, che in mattinata incontrerà e benedirà le famiglie di Santiago. Alle 16 locali è previsto invece l’atterraggio a Washington, dove il pontefice sarà accolto alla Andrews Air Force Base da Barack e Michelle Obama. Francesco metterà piede per la prima volta nella sua vita negli Stati Uniti. E dopo l’incontro con Fidel e Raul Castro, le parole forti rivolte ai governanti («Non si abusa dei propri concittadini», ha detto ieri durante la messa a Holguin), il messaggio alle Farc per la riconciliazione della Colombia, la seconda grande tappa del suo viaggio si prospetta non meno gravida della prima di riflessi sul piano politico.

Il calendario negli Usa. Il programma, certamente, è fittissimo: nell’agenda di Francesco c’è il colloquio con i vescovi statunitensi nella cattedrale della capitale, la messa di canonizzazione del missionario spagnolo Junipero Serra, il discorso al Congresso, l’incontro con i senza tetto. Da giovedì 24, a New York, la celebrazione dei vespri a Manhattan, la visita alle Nazioni Unite, un incontro interreligioso a Ground Zero e un altro con gli immigrati, la messa al Madison Square Garden; poi l’ultimo trasferimento a Philadelphia per l’incontro mondiale delle famiglie, per tornare a casa il 28 settembre. Lì sarà “intercettato” dal sindaco di Roma Ignazio Marino, che, invitato dal suo omologo americano, tornerà nella città americana in cui ha insegnato per lungo tempo (e l’annuncio non ha mancato di suscitare le polemiche dell’opposizione, che accusa Marino di voler scappare dai problemi di Roma).

I momenti clou. Il discorso a Capitol Hill è fra gli appuntamenti più attesi: non soltanto perché per la prima volta un pontefice parlerà di fronte al Congresso riunito in seduta comune, ma anche perché la visita coincide, di fatto, con l’inizio della campagna per le presidenziali del 2016. Papa Francesco è stato invitato dallo speaker della Camera, John Boehner, devoto cattolico e repubblicano, la cui mossa potrebbe però rivelarsi controproducente per il partito. Il papa affronterà alcuni fra i temi caldi della prossima campagna elettorale, come l’ambiente, l’immigrazione, le disuguaglianze economiche: su questi temi i repubblicani hanno spesso espresso opinioni radicalmente opposte a quelle di Francesco, le cui parole avranno probabilmente un impatto non indifferente nel dibattito politico. La questione ambientale sarà anche al centro del discorso alle Nazioni Unite. Una convergenza sul tema fra il papa e il presidente Obama potrebbe influenzare la posizione di molti governi alla prossima conferenza sul clima di Parigi.

Massima allerta. Cresce intanto l’allarme sicurezza, dopo che da un documento delle forze dell’ordine della Pennsylvania ottenuto dal network Nbc è emerso il timore che potenziali terroristi travestiti da poliziotti – l’abbigliamento e gli accessori sono facilmente acquistabili su internet – possano infiltrarsi in aree riservate e compiere attentati. Misure straordinarie per proteggere il pontefice anche a New York. Il sindaco Bill de Blasio ha avvisato i suoi concittadini che sono ipotizzabili traffico fuori dall’ordinario e ritardi nel trasporto pubblico, ma che vale la pena sopportare questi disagi «per un evento così incredibile e storico».

Anna Bigano

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