«Ho vissuto il tempo di una grande desolazione, facevo il confessore con uno spirito di sconfitta». Sono alcune delle dichiarazioni di Papa Francesco, che emergono dall’incontro riservato della settimana scorsa con i parroci nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Aspetti intimi della vita del Pontefice riportati oggi su Repubblica.
Francesco si confida: «Ho pregato tanto, in quel tempo, ma ero secco come un legno. Credevo che la pienezza delle cose fosse nel fare le cose.». Ma, «non ho lasciato la preghiera e questo mi ha aiutato». Un momento difficile che ripercorre una tappa cruciale della vita del Papa.
Dal 1981 al 1992 vive, infatti, un periodo di smarrimento. Bergoglio viene trasferito a Còrdoba, in Argentina, dove diventa confessore e direttore della Compagna di Gesù. Un incarico che non lo convince del tutto. In un libro-biografia scritto col sociologo francese Dominique Wolton si parla di “esilio”. Un decennio di smarrimento, che si conclude nel 92′, quando Bergoglio riceve una telefonata dal nunzio vaticano in Argentina, Ubaldo Calabresi. L’ambasciatore comunicherà infatti la volontà di Giovanni Paolo II di nominarlo vescovo ausiliare di Buenos Aires.