ROMA – Il nuovo piano nazionale pandemico è stato inviato nella Conferenza tra Stato e Regioni. Il testo prevede, in alcuni casi, la restrizione alla libertà personale per una “pandemia di carattere eccezionale”, ma senza il ricorso a decreto del presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm). Il limite, infatti, potrà essere messo in atto solo con leggi o atti aventi forza di legge nel rispetto dei principi costituzionali. Inoltre, è stato riconosciuto l’uso dei vaccini, ma “non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni, vanno utilizzati con altri presidi terapeutici disponibili”, si legge nel testo.
In caso di grave rischio per la salute pubblica sarà necessario disporre misure che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e quarantena. Ovviamente, le misure dovranno essere periodicamente adattate in base alle esigenze e ai cambiamenti. “C’è la copertura economica, prevista in Finanziaria, che prima non c’era. Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci ha commentato il nuovo piano.
Lo scenario peggiore
Fino a 3 milioni di ricoveri e oltre 360 mila persone con bisogno di cure in terapia intensiva. È questo lo scenario peggiore in caso di pandemia previsto dal testo. L’associazione è stata fatta con un coronavirus caratterizzato da patogenicità “grave”. Tra le altre ipotesi di rischio anche due legate a virus influenzali e considerati più probabili. Nel caso di una pandemia da virus “lieve”, gli accessi in terapia intensiva potrebbero oscillare tra i 2.200 e i 5.000. Lo scenario intermedio, invece, ipotizza dai 103.522 ai 262.948 ricoveri e dai 12.423 ai 31.554 accessi in terapia. Le simulazioni, precisa il piano, tengono conto solo delle caratteristiche di un eventuale patogeno e non di altri fattori che possano condizionarne la diffusione. “Pertanto, i dati sono solo indicativi e vanno interpretati con estrema cautela”.