Le autorità marittime di Panama hanno annunciato, sabato scorso, la revoca dell’iscrizione della nave Aquarius 2 dal proprio registro navale, bloccando quindi le sue attività di soccorso in mare.
La nave, che è gestita dalle organizzazioni non governative Medici senza Frontiere e SOS Mediterranée, era rimasta l’unica nave privata a soccorrere i migranti nel tratto di mare che va dall’Italia alla Libia. Per adesso, quindi, Aquarius non potrà navigare finché non troverà un altro paese disposto a registrarla.
Le due ong che gestiscono la nave si sono dette “sconvolte” dell’annuncio arrivato dall’Autorità marittima di Panama e hanno lanciato delle accuse contro le istituzioni italiane, colpevoli – secondo Medici senza Frontiere e SOS Mediterranée – di aver messo in atto “evidenti pressioni economiche e politiche”. Un provvedimento, quindi, che secondo le ong, “condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius”.
Le accuse sono state subito smentite dal Viminale e il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha affermato che nessun Paese è disposto “a prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano e pretende di distribuire dei clandestini in Europa”. Il quotidiano online panamense LaPrensa, inoltre, riferisce che le autorità locali hanno negato ad Aquarius di battere bandiera panamense poiché avrebbe “violato le leggi internazionali relative all’immigrazione”.
Intanto questa mattina Salvini è ritorno sull’argomento con un tweet, scrivendo: “Mentre Panama toglieva la bandiera alla nave Ong Aquarius 2, che torna così ad essere una ‘nave fantasma’, la Guardia costiera libica salvava e riportava in Libia più di 200 immigrati”.