Il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha convalidato il fermo del nigeriano Innocent Oseghale in merito all’inchiesta sul delitto di Pamela Mastropietro. La convalida riguarda però soltanto le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere: il gip ha quindi ritenuto che al momento non ci sono prove sufficienti in merito all’addebito di omicidio. Un’accusa per la quale, però, Oseghale resta indagato.
Il ragionamento del giudice per le indagini preliminari appare chiaro: allo stato degli atti è impossibile stabilire se a causare la morte di Pamela sia stato il gesto efferato da parte dell’omicida o un’overdose di droga. Per chiarirlo potranno essere decisivi gli esami tossicologici e i rilievi da parte del Ris. Secondo fonti della Procura di Macerata citate dall’Ansa, ai magistrati Oseghale avrebbe riferito: “Pamela ha avuto una crisi da overdose e io sono scappato”, smentendo così ogni suo coinvolgimento.
Risulta indagato, intanto, un altro pusher nigeriano. Si tratta di un amico di Oseghale che avrebbe venduto a Pamela la sua ultima dose di eroina. 30 euro, pagata con i soldi ricevuti dall’uomo, che il giorno prima le aveva dato un passaggio in macchina dopo l’abbandono della comunità di recupero che la ospitava. Dopo l’acquisto di quella dose di eroina, la giovane sarebbe salita a casa di Oseghale, andando incontro al suo tragico destino. Il cadavere della 18enne è stato trovato smembrato in due trolley il 31 gennaio, due giorni dopo la sua scomparsa.
Una vicenda, quella di Pamela, che si lega mediaticamente a quella di Luca Traini, il 28enne che sabato scorso, sempre a Macerata, ha sparato all’impazzata contro le persone di colore che incontrava per strada. Non ha mostrato segni di pentimento Traini, che ha spiegato ai carabinieri di aver agito per vendicare Pamela. Il suo scopo era quello di uccidere Oseghale, come ha confermato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio.
Oggi pomeriggio alle 16 nel carcere di Montacuto, ad Ancona, Traini sosterrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giovanni Manzoni e al pm Stefania Ciccioli. L’autore del folle gesto è accusato di strage aggravata dalla finalità di razzismo e di porto abusivo d’armi con l’aggravante dell’odio razziale.