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HomeSport Pallacanestro e fallimenti: “Per Avellino è stata dura, quasi come un terremoto”

Pallacanestro e fallimenti
“Per Avellino è stata dura
quasi come un terremoto”

L’analisi del giornalista Ieppariello

“Sul club pende una nuova istanza”

di Andrea Noci26 Marzo 2021
26 Marzo 2021

Massimo Ieppariello è giornalista di AvLive e negli ultimi anni ha seguito con attenzione la storia della Scandone Avellino. Ci ha parlato proprio di quanto è accaduto due anni fa, quando la società ha dovuto rinunciare al massimo campionato.

Cos’è successo nel dettaglio quando il club ha dichiarato fallimento?
“La vicenda giudiziaria che ha coinvolto la Scandone Avellino, sponsorizzata dalla Sidigas di Gianandrea De Cesare, ha prodotto un terremoto nello sport avellinese. La squadra è dovuta ripartire dalla serie B grazie all’impegno del sindaco, che, insieme ad alcuni imprenditori della zona, si è fatto carico delle spese di iscrizione e della gestione sportiva del club, che nel frattempo ha maturato una mole debitoria importante verso l’Erario, ancora da ripagare. Nel dettaglio De Cesare è stato accusato di evasione fiscale. Secondo la Procura i fondi che dovevano essere versati dalla Sidigas per l’Iva transitavano sul conto della Scandone, per sostenere i bilanci della squadra. Questo circolo vizioso, di cui De Cesare deve ancora rispondere in tribunale, avrebbe portato all’incapacità di poter operare”.

Massimo Ieppariello, giornalista di AvLive

Non c’erano altre entrate che potessero permettere alla squadra di sopravvivere senza la Sidigas? Gli investimenti nella Scandone hanno mai fruttato per De Cesare?
“Era il main sponsor del club e non si avvaleva di altre partnership che potessero affiancarla nella gestione. De Cesare comunque con le sue risorse personali e quelle della Sidigas era in grado di gestire il club anche con un budget elevato, tra i più alti della serie A.
Poi c’è da dire che il mondo del basket non ha entrate importanti e infatti le perdite erano spesso ingenti. Ecco il perché di queste presunte ammortizzazioni. Se poi davvero ci sono state delle storture ad accertarle sarà la magistratura. La Corte di Cassazione gli ha dato ragione, sancendo che il sequestro preventivo dei beni disposto dalla Procura era iniquo”.

Foto in alto di Fire90 – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7925792

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