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Palestina, si vota per il riconoscimento dello Stato ma la mozione del Ncd rischia di creare nuove polemiche

di Raffaele Sardella27 Febbraio 2015
27 Febbraio 2015

Bandiere-Israele-Palestina

La maggioranza rischia uno strappo sulla questione palestinese. A complicare il voto per il riconoscimento della Palestina c’è una mozione proposta da Nuovo Centro Destra e Area Popolare, approvata dal governo, che condiziona il via libera alla Palestina al riconoscimento dello Stato d’Israele da parte di Al-Fatah e Hamas.

Un’opzione che crea molti mal di pancia nella compagine del Partito democratico. Lo confermano le parole di Stefano Fassina: “Se il governo ha dato parere favorevole alla mozione di Ncd sulla Palestina – dice – è ridicolo. Quel testo è il contrario della nostra mozione perché non prevede il riconoscimento dello Stato. Io la mozione di Ncd non la voto e non la votano neppure molti parlamentari del Pd.”

La mozione cui si riferisce Fassina è quella presentata da Roberto Speranza. Quest’ultima prevede il riconoscimento della Palestina senza condizioni come presupposto necessario alla prosecuzione dei negoziati. Nel testo si conferma l’impegno dell’esecutivo  “a sostenere in ogni sede l’obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperita’ accanto a quello di Israele” e “a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967”. Infine, si indica Gerusalemme quale capitale condivisa, “tenendo pienamente in considerazione le preoccupazioni e gli interessi legittimi dello Stato di Israele”.

Sembra conciliante la posizione del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che stamattina ha aperto i lavori alla camera dichiarando che il governo valuta con favore “l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti”. “Il diritto dei palestinesi a un loro stato – ha sottolineato il ministro – va conciliato con quello dell stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne esistenza”.

 

 

Raffaele Sardella

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