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Paese Sera e Secolo d’Italia senza stipendi: la crisi si abbatte sulla stampa romana

di Fabio Grazzini17 Ottobre 2013
17 Ottobre 2013

Redazione Paese SeraUna stampa romana sempre più in difficoltà che vede due giornali del calibro del Nuovo Paese Sera e del Secolo d’Italia costretti a ritardare gli stipendi ai propri dipendenti. Giornali storici, con una grande tradizione alle spalle, che devono fare i conti con una crisi di settore aggravata da quella economica nazionale.

Il Nuovo Paese Sera in bilico. Fatta risorgere dalla sue ceneri due anni fa dagli editori del quotidiano “Calabria Ora”, l’ex testata del Pci, Paese Sera, non aveva perso la sua vocazione ad occuparsi di Roma e dintorni. Un’informazione locale, tempestiva, pubblicata sia sul mensile cartaceo che giornalmente sul sito on-line. E proprio sul web campeggia da alcuni giorni l’avviso “Per problemi tecnici Paesesera.it non sarà da aggiornato. Ci scusiamo con i nostri lettori”. Un messaggio che rimanda alla difficile situazione che sta vivendo la redazione del giornale. E’ da luglio infatti che il Nuovo Paese Sera lotta con problemi economici che l’altro ieri sono sfociati nell’ennesimo mancato pagamento degli stipendi arretrati. Salari che i giornalisti avrebbero dovuto percepire a seguito di un accordo sindacale tra editori e redazione. Ma non solo, perché nello stesso accordo la società editrice prendeva l’impegno – disatteso anch’esso – a garantire dal primo ottobre un nuovo contratto per tutti i giornalisti. Gli editori finora si sono trincerati dietro la mancanza di liquidità, che in queste ultime settimane ha inevitabilmente creato grandi disagi al lavoro dei loro dipendenti: oltre ai salari non pervenuti infatti, si è assistito anche al mancato rinnovo dell’abbonamento alle agenzie di stampa e addirittura alla saltuaria interruzione della fornitura di corrente elettrica.

Un Secolo abbandonato a se stesso. Stesse tensioni si vivono all’interno del Secolo d’Italia, l’ex organo di stampa di Alleanza Nazionale. Qui la situazione critica è stata in buona parte causata dagli sconvolgimenti politici legati al partito – prima discioltosi nel Pdl e poi rifondatosi nel nuovo soggetto “Futuro e Libertà” – e ai continui cambi di proprietà (prima di An, poi del Pdl, poi di Fli e infine nuovamente del Pdl). Ma che il trend fosse estremamente negativo lo si era capito lo scorso 21 dicembre quando il quotidiano dismetteva la versione cartacea e continuava la sua attività esclusivamente sul web. Ma, anche se ormai solo on-line, la redazione del Secolo è da diversi giorni che non vede lo stipendio di settembre. La Fondazione Alleanza Nazionale ha infatti chiuso i rubinetti, come denunciano con un comunicato i suoi giornalisti: «Dopo l’ennesimo rinvio del Cda della Fondazione An che aveva all’ordine del giorno anche le risorse da destinare al Secolo, la mensilità di settembre non è stata pagata e non c’è  chiarezza sulle prossime». Anche perché in realtà, per il comitato di redazione, «la Fondazione An ha i soldi: di recente ha stanziato un milione di euro per attività sulla pubblicistica della destra, come riporta lo stesso sito della Fondazione, ma a noi del Secolo non paga gli stipendi». La speranza è quindi che, conclude il comitato, come «i giornalisti hanno lavorato con senso di responsabilità e dedizione alla testata, ci auguriamo reciprocità di comportamento da parte dell’amministrazione e della Fondazione An».

 
Fabio Grazzini

 

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