“Tutti mi hanno chiesto che cosa succede in Italia e la mia risposta è stata quella ovvia: non lo so. Ho descritto le ipotesi sul tappeto, con tanto di distribuzione dei voti e degli scenari possibili più o meno ragionevoli e c’è sicuramente grande interesse tra colleghi dell’Eurogruppo”. Questo è il commento sullo stallo politico italiano del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a margine della riunione Ecofin. Durante l’incontro dell’Eurogruppo ieri sera, il caso dell’Italia è stato trattato in relazione alla situazione economica complessiva della zona euro. “Lo stesso commissario Moscovici ha parlato dell’Italia come un elemento di incertezza, cosa abbastanza ovvia da fare”, ha aggiunto Padoan.
Entro il prossimo 10 aprile andrà consegnato alle camere il Def, il Documento di economia e finanza che stabilisce la politica di bilancio. L’approvazione e l’invio a Bruxelles dovrà avvenire, invece, entro la fine del mese. La situazione politica italiana sta rendendo difficile stilare il documento, ma il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha fatto sapere che sarebbe sufficiente un testo “tecnico”. Secondo Padoan, la Commissione si è detta pronta ad aspettare: “In questi due giorni ho incontrato Dombrovskis, Moscovici e Centeno per informarli del lavoro che in Italia stiamo facendo sulla scrittura di un documento di quadro macro tendenziale e del fatto che implicitamente, finché non ci sarà un nuovo governo, la Commissione deve attendere l’invio del documento programmatico che è compito nuovo governo redigere. La Commissione si è dimostrata aperta e paziente ad attendere questo passaggio ulteriore”.
I partiti usciti vincitori dalle elezioni del 4 marzo, ovvero Movimento 5 Stelle e Lega, vorrebbero già votare le risoluzioni sui loro programmi elettorali, per iniziare a introdurre riferimenti al reddito di cittadinanza, all’adozione della flat tax, alla revisione della legge Fornero e delle clausole di salvaguardia sull’Iva. “Il Parlamento – spiega Padoan – non deve approvare o disapprovare, ma voterà una o più risoluzioni e immagino che ogni politico voglia approfittare per dire quali sono le priorità di politica economica di ognuno. Questo non significa emendare il documento, ma affiancarlo a ulteriori documenti di indirizzo che ogni parlamentare riterrà di rendere pubblici”. Il ministro dell’Economia si è poi lasciato andare ad alcune considerazioni politiche sull’Italia post-voto: “Penso che il Pd debba prendere atto dei risultati, cosa che mi pare abbia fatto, e collocarsi all’opposizione. Ci sono altri partiti che hanno vinto e credo sia nel gioco democratico offrire una soluzione di governo al paese”.