Non si placa la tempesta per lo scandalo sessuale che rischia di travolgere Oxfam, una delle organizzazioni umanitarie più grandi del mondo, con sede a Cowley, nel Regno Unito. La stampa britannica insiste sul caso. Nuove rivelazioni arrivano in particolare dal Times, che evidenzia come l’organizzazione abbia “ignorato diversi avvertimenti”, sul comportamento di alcuni suoi operatori accusati di aver organizzato un giro di prostitute, in parte probabilmente minorenni, e partecipato a festini durante i soccorsi per il devastante terremoto di Haiti del 2010. Il Times sottolinea altresì come i vertici si siano decisi ad agire solo a cose fatte.
Nel frattempo la presidente di Oxfam, Caroline Thomson, e il chief executive Mark Goldring, sono attesi oggi da una delicata convocazione della ministra per la Cooperazione Internazionale, Penny Mordaunt, che ha minacciato di tagliar loro fondi governativi (32 milioni di sterline nel 2017) e di destinarli ad altri in mancanza di chiarezza e d’impegni precisi per il futuro. All’incontro è invitata pure Michelle Russell, responsabile delle investigazioni presso la Charity Commission, agenzia di controllo britannica sulle ong.
Dal canto suo, in una nota, Oxfam ha dichiarato che “in riferimento alle accuse che hanno coinvolto alcuni membri del team Oxfam Gran Bretagna ad Haiti nel 2011, l’organizzazione ribadisce come abbia agito in maniera trasparente, rendendo pubblica anche sui media l’inchiesta interna il 5 agosto e il 5 settembre dello stesso anno, che portò al licenziamento di quattro membri dello staff e alle dimissioni di altri, incluso il direttore di Oxfam nel Paese”.