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l’omaggio a Gianfranco Rosi
del Museo Nazionale del Cinema

“Osservare il reale”
l’omaggio a Gianfranco Rosi
del Museo Nazionale del Cinema

di Rossella Melchionna26 Ottobre 2016
26 Ottobre 2016

Gian Mattia D'Alberto / lapresse 07-09-2013 Venezia spettacolo 70ma Mostra internazionale d'arte cinematografica premiazioni Venezia 70 nella foto: Gianfranco Rosi, Leone d'oro Gian Mattia D'Alberto / lapresse 07-09-2013 Venezia 70th Venice film festival Venice 70th awards in the photo: Gianfranco Rosi, Gold Lion

“Osservare il reale”, è questa la rassegna dedicata al regista italiano Gianfranco Rosi che si terrà al Cinema Massimo di Torino, da oggi fino a domenica 30 ottobre. L’evento, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema assieme alla cattedra di Antropologia visiva dell’Università di Torino, si concluderà definitivamente il 7 novembre, con la proiezione di “Fuocoammare”. Difatti, in vista della rassegna sull’immigrazione organizzata dal Comitato Regionale per i Diritti Umani e Agiscuola, il pluripremiato documentario sarà occasione di discussione e riflessione sul tema delicato quanto attuale.
Rosi è un documentarista attivo nel panorama cinematografico italiano – e non solo – da diverso tempo. Nato ad Asmara (Eritrea) nel 1964, studia alla New York University Film School e successivamente realizza il suo primo mediometraggio “Boatman”, presentato al Sundance, Toronto e Locarno Film Festival. Nel 2003 gira “Afterwords” e cinque anni dopo torna dietro la macchina da presa per “Below sea level”. Quest’ultimo si aggiudica i premi Orizzonti e Doc/It alla Mostra del Cinema di Venezia, oltre ad essere nominato “Miglior documentario” all’European Film Award 2009.
“El sicario – Room 164”, film tratto dal reportage del giornalista Charles Bowden su Harper’s Bazaar, ha per protagonista un sicario del cartello della droga messicano che in un’intervista rivela i suoi crimini. Fortemente contestato, l’opera ottiene al Lido il FIPRESCI Award, riconoscimento assegnato dalla Federazione Internazionale Stampa Cinematografica. A conquistare la Laguna, però, sarà “Sacro GRA” (2013), primo documentario nella storia del festival veneziano a vincere il Leone d’oro. Il lungometraggio, realizzato nel giro di tre anni, si concentra sulla quotidianità delle vite che si svolgono in vicinanza del Grande Raccordo Anulare di Roma.
L’ultima fatica di Rosi è “Fuocoammare”, docu-film che racconta gli sbarchi dei migranti a Lampedusa e, parallelamente, le vicende degli abitanti dell’isola. L’opera ha riscosso gran successo di pubblico e di critica, tanto da aggiudicarsi l’Orso d’oro alla 66esima edizione della Berlinale e la nomination come rappresentante dell’Italia ai prossimi Oscar, nella categoria “Miglior film straniero”.
Da quanto si è potuto constatare analizzando la filmografia in questione, Gianfranco Rosi risulta essere un autore attento alla realtà del momento, che si serve dei movimenti fluidi della cinepresa per documentare, senza filtri, le difficoltà del reale. La ricerca della verità, la denuncia, è preponderante, mista alla semplicità dello sguardo del cineasta che sempre traspare.

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