Ennesimo episodio di femminicidio. Non si avevano più sue notizie da due settimane, il 19 giugno le amiche hanno denunciato la sua scomparsa, ieri la macabra notizia sulla sua sorte. La scientifica ha forzato l’ingresso dell’appartamento della 42enne bolognese, Silvia Caramazza, e l’ha trovata morta in un congelatore acceso, in camera da letto. Sul capo, i segni di un profondo colpo che le ha fracassato il cranio e nessun indizio di colluttazione; sui muri e a terra, macchie di sangue; indosso un pigiama. Nonostante nella stanza, in ordine, siano stati ritrovati sonniferi e psicofarmaci, tutto lascia pensare che la donna sia stata uccisa nel sonno. Ma da chi?
Silvia, dopo un matrimonio fallito quattro anni fa, si era rifatta una vita accanto ad un altro uomo, residente fuori Bologna, ma con cui viveva al piano terra del condominio in via Aldini, 28. La coppia condivideva anche il lavoro (ristrutturazione di immobili e istallazione di infissi) e un’attività, fallita, però, un anno fa. “Stavano sempre insieme, molto carini, l’ultima volta li abbiamo visti non molto tempo fa”, hanno raccontato i vicini che hanno ammesso di non aver notato il compagno in questi giorni. Per ora è lui l’unico sospettato: gli investigatori della Mobile lo hanno sentito l’ultima volta martedì 25 e da allora è sparito, nonostante gli agenti lo cerchino per interrogarlo dopo il ritrovamento del corpo della donna.
Figlia di un ginecologo scomparso da tempo con la moglie, la 42enne di Bologna non stava bene: probabilmente è questo il motivo per cui faceva uso di psicofarmaci. Inoltre era sola: non aveva parenti, eccetto una cugina, e poche amiche. Le stesse che conoscendo la sua abitudine di staccarsi dal cellulare di tanto in tanto, non hanno fatto attenzione, nei primi giorni, alla sua scomparsa. Ciò che le ha spinte alla denuncia è stato lo strano “comportamento” del suo cellulare, da cui ricevevano saltuariamente sms di risposta, ma irraggiungibile per il resto del tempo. Stranezza che si somma alla falsa dichiarazione del compagno, secondo cui Silvia era in Sicilia.
Anna Serafini