Il destino del co-fondatore di WikiLeaks Julian Assange è ancora in bilico. I giudici dell’Alta Corte di Londra hanno preso tempo per valutare le argomentazioni contrapposte delle parti nel ricorso contro il rifiuto di primo grado di riaprire il caso.
Nell’attesa, diversi manifestanti si sono riuniti dinanzi alla sede del tribunale. La moglie, Stella Assange, ha detto che occorre protestare “dimostrando che il mondo guarda, finché Julian non sarà libero”.
Assange è accusato di aver pubblicato circa 700.000 documenti riservati relativi alle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, a partire dal 2010. Se ritenuto colpevole rischia una pena detentiva fino a 175 anni in una prigione americana.
A sostegno del giornalista sono nate numerose le proteste in tutto il mondo.