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HomeEsteri “Il regime contro la libertà di stampa”. Stefania Battistini a Lumsanews dopo l’ordine di arresto

Mandato di arresto a inviati
Rai, Battistini: "Il regime
è contro la libertà di stampa"

La giornalista a Radio Lumsanews

"Al momento siamo in Italia"

di Chiara Esposito08 Ottobre 2024
08 Ottobre 2024

La giornalista del TG1 Stefania Battistini alla 64 edizione del premio giornalistco Premiolino, Milano, 30 settembre 2024. | Foto Ansa

“Noi abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro. Per un inviato di guerra il compito è quello di seguire qualsiasi azione militare, sia che si tratti di un’azione di invasione che di liberazione. È così da quando i giornalisti seguono le guerre”. È pacata ma allo stesso tempo decisa la reazione dell’inviata della Rai Stefania Battistini, intervistata da Radio Lumsanews, alla notizia del mandato di arresto da parte della Russia per lei e il collega Simone Traini.
I due sono accusati dal tribunale distrettuale Leninsky di Kursk di aver attraversato illegalmente il confine dall’Ucraina per realizzare un reportage nella regione, una parte della quale è occupata dalle forze ucraine.

Come ha appreso la notizia dell’arresto e cosa rischia adesso?
“C’è stato un comunicato ufficiale del tribunale di Kursk. Noi eravamo stati inseriti nella lista dei ricercati e il tribunale ha accolto la richiesta del ministero dell’Interno, credo. Avendo preso una via giudiziaria ora c’è una richiesta di estradizione”.

Dove si trovano ora lei e il collega Traini?
“Al momento siamo in Italia”.

Come spiega questo comportamento da parte delle autorità russe?
“Non è una novità. Quando la Russia ha dato il via all’invasione aveva dei giornalisti embedded ma non per questo l’Ucraina li ha perseguitati giudiziariamente, chiedendone l’estradizione o l’arresto. Ci sono altre formule, come essere inseriti in una lista di persone non desiderate nel Paese, ma non l’arresto. Questa è ancora una volta l’esternazione dell’atteggiamento di un regime nei confronti della libertà di stampa. Ieri, poi, era l’anniversario dell’uccisione di Anna Politkovskaja. Si conferma ancora una volta un Paese, la Russia, dove la libertà dei giornalisti non viene di certo apprezzata”.

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