Dopo la processione del 2 luglio di Oppido Mamertino e il celebre inchino della statua della Madonna davanti la casa di un noto boss agli arresti domiciliari, nell’occhio del ciclone è finito il parroco, don Benedetto Rustico, cugino di primo grado del boss stesso, Peppe Mazzagatti. L’Ordine dei giornalisti della Calabria, nella persona del presidente Soluri, ha diffuso un documento indignato in cui si chiede l’allontanamento del Rustico da Oppido, a causa delle sue frasi dedicate al giornalista del Fatto Quotidiano Lucio Musolino durante l’omelia successiva alla processione: “Qualcuno prenda a schiaffi quel giornalista in fondo con la telecamera”.
E anche mons. Nunnari, presidente dei vescovi calabresi, ha condannato l’accaduto: “Dispiace che i preti non abbiano avuto il coraggio, non di andare via, ma di scappare dalla processione. Quando i carabinieri hanno lasciato, i preti dovevano scappare dalla processione. Avrebbero dato un segnale e di questi segnali abbiamo bisogno”.
Ma, mentre la Dda di Reggio Calabria ha ufficialmente aperto le indagini per identificare i promotori di quella breve sosta e l’Osservatore Romano riconduce tale gesto ad un “pervertimento del sentimento religioso che si accompagna spesso all’azione della criminalità e a un’acquiescenza, dettata da paura o interesse”, don Rustico si difende, affermando che l’itinerario della processione sarebbe lo stesso da decenni, a prescindere dall’abitazione del Mazzagatti.
Gli fa eco il sindaco del paese, Domenico Giannetta, che ieri aveva affermato: “E’ una pratica ripetuta da oltre 30 anni, con la Vara (statua della Madonna) rivolta verso una parte del paese”.
Sarà l’indagine della Dda a confermare o no tali tesi. Nel frattempo su twitter rimbalza l’hastag lanciato da Fiorello #iononmminchino, che ha reso virale l’indignazione di molti per i fatti accaduti.
Nicola Stacchietti