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HomePolitica Open Arms: no al processo a Salvini
IV non vota, decisivi dissidente e ex M5S

Open Arms, Giunta vota "no"
al processo a Matteo Salvini
I renziani si sono astenuti

Adesso sul caso si esprimerà il Senato

Il leghista: "Ho fatto il mio dovere"

di Giulio Seminara26 Maggio 2020
26 Maggio 2020

Matteo Salvini nei pressi di palazzo Madama dopo il voto della Giunta per le immunità del Senato, Roma, 26 maggio 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

I renziani si astengono e “scagionano” Matteo Salvini. La Giunta per le immunità del Senato si è opposta a maggioranza (13 voti contro 7) all’autorizzazione a procedere a carico del leader leghista, avanzata dal tribunale dei ministri di Palermo per la vicenda Open Arms. È un salvataggio momentaneo, perché sulla questione dovrà esprimersi l’aula del Senato. Ma l’impatto politico è evidente: il “Capitano” viene difeso da tutto il centrodestra e ottiene una sponda da Italia Viva, che stamattina si è astenuta, non senza una stoccata al premier Giuseppe Conte e al ministri Luigi Di Maio.

Il caso risale all’agosto 2019. Salvini, all’epoca ministro dell’Interno nel governo M5S-Lega, si oppose allo sbarco della nave della Ong spagnola con bordo 150 migranti, su sua iniziativa bloccati al largo per alcuni giorni prima di sbarcare a Lampedusa. I magistrati palermitani accusano il leader della Lega di sequestro di persona e di rifiuto di atti d’ufficio.

La Giunta per le immunità del Senato si è riunita per deliberare sulla richiesta del tribunale dei ministri di Palermo, che vuole mandare Salvini a processo. L’ex titolare del Viminale si è sempre difeso sostenendo di aver agito per l’interesse nazionale e chiamando in causa gli allora compagni di governo.

L’esito del voto di stamattina era considerato incerto, ma la nuova “neutralità” dei renziani, fino a ieri dati come favorevoli all’autorizzazione a procedere, di fatto ha consegnato la maggioranza dell’organo politico a Salvini, già sostenuto dagli esponenti in Giunta di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e delle Autonomie. Con loro hanno votato “no” al processo anche l’ex pentastellato Mario Giarrusso, la dissidente grillina Alessandra Riccardi. Invece i rappresentanti di Partito Democratico e M5S sono rimasti sulla posizione del “sì”, in minoranza.

Stamattina Francesco Bonifazi, capogruppo di Italia Viva in Giunta e senatore molto vicino a Matteo Renzi, ha annunciato l’astensione del suo partito motivandola con la mancanza di “un’istruttoria seria” e di una “esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno dei fatti contestati”. Per Bonifazi Salvini nel suo operato ha avuto “l’avallo del governo”.

Il senatore renziano ha rinviato la decisione del partito sul caso Open Arms a quando sarà discusso in Aula, ma l’astensione di oggi ha favorito il leader leghista, così come la chiamata in causa del governo di allora è un piccolo siluro a Giuseppe Conte e a Luigi Di Maio che, mentre l’Open Arms era bloccata al largo di Lampedusa, erano rispettivamente premier e vicepremier.

Per Salvini i due ex alleati sapevano ed erano d’accordo con la politica del respingimento della nave Ong. Evidentemente la pensa così anche Matteo Renzi, il cui partito adesso potrebbe anche votare contro l’autorizzazione a procedere in Senato, contribuendo a salvare Salvini dal processo.

Intanto il “Capitano” esulta e rilancia l’accusa contro gli alleati pentastellati, a cominciare dal premier: “I senatori hanno votato liberamente stabilendo che tutto il governo era d’accordo, anche quel pezzo di governo M5s, da Conte a Di Maio, che dice ‘no, non sapevamo nulla, non eravamo d’accordo’. Ma come? Era nel programma comune di governo. La giunta ha stabilito che ho fatto il mio dovere da ministro. Io non ho cambiato idea rispetto all’anno scorso, altri sì”.

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