Questa mattina davanti la sede della Regione Lazio in Via Cristoforo Colombo molti dipendenti dell’Assifur, Associazione imprese funebri romane, hanno protestato per manifestare il loro dissenso contro il monopolio della gestione dei riti funebri. A Roma operano 530 aziende funebri e secondo i manifestanti più dell’80 per cento dei servizi è gestito da due aziende. Ad agevolarle ci sarebbe un giro di mazzette che avviene all’interno dei nosocomi, dove gli infermieri farebbero da tramite alle due aziende fornendogli le generalità dei pazienti morti.
La Protesta. Il presidente dell’Assifur, Gianluca Fiori non usa mezzi termini per denunciare la gravità della situazione : “Questo problema ha messo in ginocchio un intero settore dove operano 2.000 persone a Roma, che rischiano la disoccupazione perché due imprese dettano legge e le altre sono tagliate fuori.La Regione Lazio dovrebbe vigilare. I dipendenti di queste imprese stanno all’interno delle camere mortuarie degli ospedali dichiarando di essere gli unici autorizzati dalla Regione Lazio, ma la Regione non rilascia autorizzazioni di questo tipo.” I manifestanti chiedono dunque delle maggiori indagini affinché questo giro di mazzette e illegalità possa terminare.
Solidarietà. Queste proteste sono sostenute anche dall’Associazione per la lotta contro le illegalità e mafie di Antonino Caponettò di cui Elvio Di Cesare è il segretario.Infine, tende a precisare Fiori che la protesta ha come fine ultimo quello di fare pulizia nel settore e di lasciare alle famiglie del defunto la libera scelta di rivolgersi a un’agenzia: “Chiediamo pulizia, rispettando le famiglie dei dolenti, rendendole libere di effettuare le loro scelte verso le proprie imprese di fiducia e vietando lo sciacallaggio. La nostra sola volontà, però, senza l’aiuto delle istituzioni, non troverà mai la risoluzione a questo drammatico problema che va avanti da dieci anni”.