Sono scampati alla furia iconoclasta dei militanti di Al Qaeda gran parte dei secolari manoscritti di teologia, matematica e filosofia conservati a Timbuctù e presto saranno consultabili online. A darne notizia è l’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo che spiega come questa operazione sia stata possibile grazie a un accordo tra il colosso Google e l’ong locale Savama.
Nel 2012 Timbuctù, da sempre simbolo della cultura islamica e filosofica nonché teatro di grande convivenza pacifica tra culture differenti, venne occupata dai combattenti di Al Qaeda che tentarono di cancellarne la storia millenaria. L’assalto fu pesantissimo: i guerriglieri presero a picconate e martellate, distruggendolo, il mausoleo del pensatore islamico Sidi Mahmoud. Fu proprio questo episodio a spingere Abdel Kader Haidara, bibliotecario della città sacra e Hawa Touré, direttore del Fondo Kati, la più grande biblioteca privata della città maliana, a cercare di mettere in salvo i preziosi manoscritti. Furono settimane ad alto rischio, in cui i 377mila documenti vennero trasportati clandestinamente con corrieri improvvisati, nascosti dentro pick up sotto casse di frutta e verdura per superare i posti di blocco dei miliziani o in imbarcazioni lungo il fiume Niger. Tutto questo accadeva mentre la città era ancora occupata dai terroristi che verranno successivamente respinti dall’esercito maliano anche grazie all’appoggio dei raid aerei francesi.
Già prima degli scontri però Google aveva mostrato il suo interesse alla divulgazione dei manoscritti. La multinazionale infatti nel 2012 aveva contattato la biblioteca di Timbuctù, ottenendo poi il permesso alla pubblicazione dall’allora presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keita. L’accordo stipulato prevede la fornitura da parte di Google di un macchinario capace di scattare foto ad altissima risoluzione per la trasposizione digitale dei testi in 35 vetrine consultabili online. Non tutti i documenti verranno digitalizzati: ai bibliotecari spetterà la scelta dei brani da far conoscere agli studiosi e al grande pubblico. L’inventario in corso dovrebbe concludersi entro fine 2018.