«Non c’è stata alcuna lentezza della giustizia». Sono queste le parole di Bruno Giangiacomo e Giuseppe Di Florio, rispettivamente presidente del Tribunale di Vasto e procuratore della Repubblica. Le dichiarazioni dei due arrivano in una nota congiunta, in riferimento all’incidente stradale di Vasto e al conseguente omicidio.
Mercoledì 1 febbraio, infatti, nella cittadina abruzzese, un ragazzo 22enne è stato ucciso da un uomo di 32 anni con tre colpi di pistola. Il movente è stato subito chiaro: il trentaduenne si è vendicato della morte della moglie, deceduta la scorsa estate dopo essere stata investita dal giovane. E così, all’uscita di un bar poco distante dal luogo dell’incidente, l’assassino si è avvicinato alla vittima e gli ha sparato al cranio e all’addome. Il killer, poi, si è costituito alle forze dell’ordine – attualmente è in stato di fermo – e ha lasciato l’arma da fuoco sulla tomba della consorte.
«Dal momento dell’incidente stradale che ha visto la morte della donna – il primo luglio 2016 – all’udienza preliminare, che doveva essere celebrata il prossimo 21 febbraio a carico dell’automobilista, sarebbero passati meno di 8 mesi» hanno sostenuto Giangiacomo e Di Florio. «Un tempo che non solo non evidenzia alcuna lentezza nello svolgimento delle indagini, ma segnala, al contrario, la celere trattazione del processo, respingendo qualsiasi diversa valutazione non fondata sui fatti e priva di qualsiasi riscontro in essi». Il presidente del Tribunale e il procuratore hanno infine aggiunto: «L’auspicio è di aver chiarito, una volta per tutte, che la vicenda in esame non possa essere catalogata come episodio di lentezza della giustizia. Anche perché c’è il pericolo che certe affermazioni possano condizionare l’opinione pubblica».