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HomeCronaca Omicidio Sharon Verzeni, il pm: “Giudizio immediato per Moussa Sangare”

Omidicio Sharon Verzeni
Il pm: "Giudizio immediato
per il presunto killer"

La Procura contesta a Sangare

anche l'aggravante della minorata difesa

di Filippo Saggioro13 Gennaio 2025
13 Gennaio 2025
Sharon Verzeni

Sharon Verzeni | Foto Ansa

BERGAMO – Pronta la richiesta di giudizio immediato per Moussa Sangare, il trentenne accusato di avere ucciso Sharon Verzeni a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. L’istanza sarà inoltrata al gip a breve, poi si fisserà l’udienza. 

Omicidio Sharon, la ricostruzione dei fatti

Era la notte tra il 29 e il 30 luglio, quando la donna usciva di casa per fare una camminata. Per la 33enne, barista in una pasticceria, la passeggiata notturna era un’abitudine. Dopo poco meno di un’ora arriva la chiamata al 112: qualcuno l’ha accoltellata. L’autopsia rivela che Sharon Verzeni è stata colpita da tre colpi fatali. Da subito, la tesi che si fa largo è che l’assassino doveva conoscerla. Il primo a essere ascoltato è il compagno, Sergio Ruocco, che però stava dormendo, come accertato dagli investigatori, anche grazie ai dati delle celle telefoniche. 

L’arresto di Sangare: “Ho avuto un raptus”

Moussa Sangare viene fermato un mese dopo, nella notte tra il 29 e il 30 agosto. Era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre si allontanava in bicicletta dalla zona del delitto. Poco dopo la confessione: “Ho avuto un raptus. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”. I due non si conoscevano e non è emerso nessun movente specifico per l’omicidio. Dopo l’arresto emerge un precedente procedimento a suo carico per maltrattamenti a danno della madre e della sorella, che avrebbe cercato di accoltellare. 

Oltre che i futili motivi e la premeditazione, il pm Emanuele Marchisio, che ha coordinato le indagini, contesta a Sangare l’aggravante della minorata difesa per l’orario notturno, il luogo che era deserto e le condizioni di Sharon, che stava ascoltando musica con le cuffiette. Presupposti che rendono la vittima più vulnerabile a un’aggressione a sorpresa alle spalle, come quella subita. 

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