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Omicidio Sarah Scazzi, il pm chiede l’ergastolo per Sabrina e Cosima. E Michele Misseri rischia una condanna a nove anni

di alessia.argentieri06 Marzo 2013
06 Marzo 2013

«Sabrina e Cosima non provarono alcuna pietà per la piccola Sarah. Per loro chiediamo l’ergastolo». Così si è conclusa la requisitoria del pm Mariano Buccoliero che ieri ha chiesto il carcere a vita per la cugina e la zia di Sarah Scazzi, la ragazza sedicenne uccisa il 26 agosto del 2010 ad Avetrana. Secondo la ricostruzione del pm, quel tragico pomeriggio Sarah aveva avuto una discussione con la cugina ed era poi uscita di casa in lacrime, ma era stata inseguita da Sabrina e Cosima che l’avevano raggiunta in macchina, caricata nell’auto e, dopo averla ricondotta in casa, l’avevano strangolata.
«Sarah è morta in tre minuti – ha sottolineato il pm – e ha avuto il tempo di capire che stava morendo per mano di chi diceva di volerle bene. Né Sabrina né Cosima hanno avuto un istante di ripensamento in cui si siano chieste cosa stessero facendo. Dopo essere entrata in quell’abitazione, Sarah Scazzi ne è uscita in lacrime, in lacrime è stata ripresa e portata in casa e in lacrime è stata uccisa. E queste lacrime non hanno sortito alcun effetto».

Il movente del delitto sarebbe stata la gelosia che Sabrina provava per Ivano Russo, il ragazzo di cui era innamorata e che aveva mostrato attenzioni affettuose nei confronti di Sarah. E anche l’onore, quello di Sabrina e della sua famiglia, che poteva venire infangato da quanto Sarah aveva riferito al fratello Claudio: che Sabrina si era offerta a Ivano e che con il ragazzo aveva avuto una relazione sessuale sporadica per lungo tempo, un rapporto fatto di atti sessuali consumati in macchina e testimoniati dai 4500 sms che Sabrina e Ivano si scambiarono tra la primavera e l’estate del 2010.

Per inchiodare la giovane imputata, il pm ha scelto di far parlare la vittima, citando le frasi che Sarah annotava sul diario. In particolare il magistrato ha letto in aula le ultime parole scritte da Sarah sul suo quaderno segreto, che si riferiscono a una lite avuta con la cugina la sera prima del delitto in un pub. Durante il diverbio Sabrina rimproverò la cugina per la sua amicizia con Ivano e la accusò di attirare le attenzioni del ragazzo. «La principale testimone contro Sabrina è proprio Sarah», sono state le parole di Buccoliero.

Nove anni sono stati invece chiesti dal pm per lo zio di Sarah Michele Misseri, accusato di soppressione di cadavere e otto anni per Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele, che lo avrebbero aiutato a nascondere il corpo di Sarah, gettandolo in un pozzo in contrada Mosca, nelle campagne del paese. «La famiglia si è mossa come un’associazione criminale, – ha spiegato il pm Buccoliero – subito dopo l’omicidio è scattata “l’organizzazione”: con il cadavere da occultare ognuno ha svolto il proprio ruolo». E ha aggiunto: «Quel giorno Michele Misseri strinse un patto con le donne della sua famiglia. Un patto scellerato che ora cerca disperatamente di recuperare. Per questo ha ricominciato a dire di essere l’unico responsabile».

Tre anni e sei mesi sono stati poi chiesti per l’avvocato Vito Russo, ex difensore di Sabrina, accusato di intralcio alla giustizia e favoreggiamento personale. Per quanto riguarda invece i testimoni, molte saranno le dichiarazioni da verificare e almeno sei persone rischiano una condanna per falsa testimonianza.
«Questo è stato il processo delle menzogne – ha commentato la madre di Sarah – ed è giusto che coloro che le hanno dette paghino. Chi uccide merita l’ergastolo. Gli assassini di Sarah non hanno avuto alcuna pietà della mia bambina, neanche mentre piangeva». 

Alessia Argentieri            

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