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Omicidio Meredith, Cassazione: “Clamorose défaillance o amnesie investigative”

di Nicola Maria Stacchietti08 Settembre 2015
08 Settembre 2015

Amanda Knox e Raffaele sollecito in una combo realizzata il 24 settembre 2011. ANSA / PIETRO CROCCHIONI

“Clamorose défaillance o amnesie investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine”, sono le parole, pesanti come macigni, con le quali i giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno bocciato l’iter investigativo seguito dagli inquirenti per il noto e travagliato processo-Meredith. “Manca un insieme probatorio contrassegnato da evidenza oltre ogni ragionevole dubbio”, per cui secondo i Supremi giudici bisognava “escludere la partecipazione materiale di Amanda e Raffaele all’omicidio, pur nell’ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola”. La prova mancante: “tracce biologiche a loro riferibili sul luogo del delitto”. Fatta eccezione della sola traccia biologica rinvenuta sul gancetto del reggiseno di Mez che però non offre “certezza alcuna” riguardo alla sua “riferibilità” a Raffaele Sollecito.
L’unica certezza inconfutabile nella vicenda-Meredith secondo i giudici della Suprema Corte sarebbe la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse nei confronti di Patrick Lumumba: la Knox avrebbe reiterato tali accuse anche in un contesto “immune da pressioni psicologiche”. Per cui il ricorso della giovane statunitense contro la sentenza di colpevolezza per calunnia sarebbe immotivato. Ma il caso-Meredith è sempre stato restio a trovare pace, non ci si meraviglierebbe di ulteriori risvolti.
E se la Cassazione boccia il processo ma non “assolve” gli imputati“Mi sono fatta quattro anni di carcere, quattro anni precisi, anzi quattro anni meno due giorni e questi di sicuro non me li ridarà indietro più nessuno”, avrebbe detto la Knox alla notizia della sentenza della Cassazione. La richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione, così, è dietro l’angolo. La sentenza è un assist anche per Sollecito: “Sono stato vittima di un clamoroso errore giudiziario che rimarrà nella storia”. La Bongiorno ha aggiunto: “E’ stato in galera da super-innocente”. Un assist che non poteva arrivare in un momento migliore: uscirà a fine ottobre per Longanesi “Un passo fuori dalla notte – Tutto quello che non avete mai immaginato di me”, il nuovo libro di Raffaele Sollecito.
Quel che resta di buono dal caso Mez è una borsa di studio, intitolata alla memoria di Meredith Kercher: è stata assegnata pochi giorni fa a uno studente dell’Università di Oxford, Alex Eperon. Potrà frequentare un corso di lingua e cultura italiana all’Università per Stranieri di Perugia.

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