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Omicidio di Giulio Regeni
rogatoria di Roma al Cairo
per ottenere prove e verbali

Scoperti nomi dei 10 militari coinvolti

Procura vuole interrogarli di persona

di Carmelo Leo16 Marzo 2017
16 Marzo 2017

Una foto, tratta dall'archivio dei "sindaci dei ragazzi" di Fiumicello, di Giulio Regeni. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

C’è una cosa in particolare che, dopo più di un anno dall’omicidio di Giulio Regeni, non convince ancora i pm di Roma: le dichiarazioni degli ufficiali dei Servizi segreti egiziani, che tenevano sotto controllo il ricercatore italiano, raccolte dagli investigatori del Cairo. Nonostante siano stati accertati comportamenti omertosi e tentativi di depistaggio delle indagini da parte loro, infatti, la Procura di Roma intende interrogare direttamente gli alti ufficiali individuati dagli inquirenti egiziani. Si tratta di dieci uomini, adesso pienamente identificati: due generali, due colonnelli, un maggiore, tre capitani e due agenti. La nuova rogatoria inviata ieri alla Procura Generale della Repubblica Araba d’Egitto è l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, per tentare definitivamente di far luce sulla scomparsa del ragazzo, sparito dal Cairo il 25 gennaio 2016 e trovato morto il 3 febbraio successivo.

Andare più a fondo. I procuratori Pignatone e Colaiocco hanno ricevuto finora i verbali di interrogatorio di tre dei militari coinvolti: due poliziotti che presero parte alla sparatoria che uccise i cinque presunti rapitori di Regeni, all’epoca del depistaggio, e il colonnello della National security che coordinò la perquisizione in casa delle vittime, trovando i documenti del ricercatore. Per questi tre casi, la richiesta italiana è di effettuare un interrogatorio diretto degli uomini coinvolti. Gli altri sette agenti sono già stati interrogati in Egitto. Si tratta di uomini che parteciparono alle indagini su Regeni in seguito alla denuncia sporta dall’ex capo del sindacato dei venditori ambulanti, Mohamed Abdallah. La Procura di Roma è in possesso soltanto delle dichiarazioni di due di loro: la rogatoria di ieri è anche finalizzata all’acquisizione dei verbali mancanti.

Le intercettazioni. Ottenere quei documenti potrebbe quindi garantire un decisivo passo avanti. Dai tabulati telefonici emerge che i contatti tra i sette militari che sarebbero poi stati coinvolti negli accertamenti su Regeni sono iniziati circa due mesi prima della sua scomparsa. I tre autori del depistaggio hanno invece iniziato i colloqui telefonici solo dopo il ritrovamento del corpo del ricercatore. Per di più, ci sono anche telefonate, da parte di entrambi i gruppi, con altri membri della National Security. Un elemento giudicato non casuale dai procuratori italiani, che vorrebbero chiedere spiegazioni direttamente agli interessati e tramite essi arrivare ai mandanti. Per riuscirci l’unica via era la nuova rogatoria di ieri, un documento di oltre dieci pagine in cui sarebbe stato abbandonato anche il colloquiale linguaggio istituzionale. Il tempo della diplomazia è finito.

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