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la famiglia Poggi:
“Alberto è il colpevole”

Omicidio Garlasco
la famiglia Poggi:
“Alberto è il colpevole”

di Lorenzo Capezzuoli Ranchi20 Dicembre 2016
20 Dicembre 2016

Le tracce di DNA ritrovate sotto le unghie di Chiara Poggi non sarebbero di Alberto Stasi. Questa la tesi proposta dalla difesa del commercialista, unico imputato e condannato per l’uccisione, il 13 agosto del 2007, della sua fidanzata allora ventiseienne. “Quel materiale non appartiene a Stasi, ma a un giovane che conosceva Chiara”, è la nuova tesi presentata dai difensori dello studio Giarda, e riportata dal Corriere della Sera. Legali che puntano il dito verso una decina di amici della coppia, abbastanza stretti da farsi aprire la porta e a conoscere le abitudini e la villetta di Garlasco della famiglia Poggi. A quasi 10 anni dal delitto.

“I nostri investigatori – ha aggiunto il legale – hanno acquisito in forma assolutamente anomina del dna e lo hanno confrontato con quello che già avevamo a disposizione e che era frutto di perizia condotte sulle unghie di Chiara”. L’accertamento genetico è stato effettuato su una bottiglietta d’acqua e un cucchiaino. L’esame del DNA “Non identifica una persona precisa – ha spiegato ancora Giarda – ma il ceppo maschile di un nucleo familiare”. L’unica certezza, ha messo in chiaro il legale, è che si tratta di una persona che “non ha nessun rapporto con Alberto”.

L’edizione online de La Repubblica riporta le varie ricostruzioni processuali, dal 2009 alla Cassazione del 2015, che ha condannato definitivamente per l’omicidio Alberto Stasi a 16 anni di reclusione: la ragazza ha appena il tempo di richiudere la porta dopo avere fatto entrare il visitatore. L’aggressione è immediata, già all’ingresso. Chiara viene colpita, non ha il tempi di difendersi, non si difenderà per tutto il tempo che durerà quell’eccidio.

Alberto Stasi, classe 1983, era fidanzato con la ventiseienne Chiara Poggi, che avrebbe ucciso in un raptus di violenza con un corpo contundente, per poi simulare il ritrovamento del cadavere della stessa nella villetta della sua famiglia nel pavese. Ed ora questa notizia del profilo genetico sotto le unghie del cadavere pone un dubbio: ribaltamento processuale o semplice pianificazione mediatica della difesa?

“Ho letto quello che è uscito sui giornali e ho parlato con i nostri avvocati. Cosa devo dire?” Si chiede Rita Preda. “Io sono la mamma di Chiara. C’è una sentenza. Ci sono stati 9 anni di processi. E alla fine anche la Cassazione ha concluso che era stato lui a uccidere mia figlia. L’ultima sentenza ci ha dato un risultato, l’unico possibile, con il nome e il cognome di chi ha ucciso Chiara. Quel nome c’era già nelle carte del processo – ricorda -. Secondo i giudici è stato lui. Per noi è stata fatta giustizia. Io volevo sapere solo chi aveva fatto del male a mia figlia. I giudici me lo hanno detto. Mi viene davvero difficile fare altri commenti. Non saprei cos’altro dire. C’è stata una sentenza definitiva un anno fa e a noi questo basta”, conclude la mamma di Chiara Poggi.

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