HomeCronaca Omicidio Bellocco: sangue tra capi ultras. Il business del tifo e degli stadi

Omicidio Bellocco: sangue tra capi ultras. Il business del tifo e degli stadi

di Rosario Federico05 Settembre 2024
05 Settembre 2024

CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI) – Forse non è stato solo un tentativo di difesa. Forse il movente dell’omicidio di Antonio Bellocco è da ricercare altrove, in un regolamento di conti legato a dinamiche e faide tipiche della ‘ndrangheta.

La vittima, 36 anni e originario di Taurianova, in Calabria, apparteneva a una delle più potenti famiglie calabresi di Rosarno che da tempo ha radicato i suoi affari anche al Nord, in particolare in Lombardia e nel suo capoluogo. Un nome già conosciuto alle forze dell’ordine: condannato per mafia e coinvolto in un’inchiesta sui traffici illeciti delle tifoserie di Milan e Inter. Chi ha estratto il coltello è Andrea Beretta, 49 anni, conosciuto nell’ambiente del tifo nerazzurro come “Berro”, uno degli eredi del clan ‘ndranghetista di Gioia Tauro, in Calabria. Pregiudicato, arrestato più volte per spaccio, furto, violenze e sottoposto a Daspo per dieci anni.

Una lite di lavoro

L’egemonia e il controllo del negozio di abbigliamento e merchandising della curva Nord a Pioltello, centro degli affari di Beretta, sarebbe uno dei motivi scatenanti della lite. Il rapporto tra i due era teso da tempo. Eppure, non mancavano foto e video insieme prima e dopo le partite dell’Inter sia a Milano che in trasferta in Italia e in Europa, in un clima tra fratelli con fede interista.

La sparatoria a Cernusco sul Naviglio 

L’episodio è avvenuto alle porte di Milano. Secondo la ricostruzione degli eventi, Antonio Bellocco si trovava fuori dalla palestra Testudo nel comune di Cernusco sul Naviglio quando sarebbe iniziata una lite con Andrea Beretta. L’uomo di 36 anni avrebbe sparato alla gamba con una pistola l’altro leader della curva che avrebbe poi reagito uccidendolo a coltellate.

Gli affari del tifo negli stadi

Il crimine ruota intorno ai gradoni dello stadio milanese ma non solo. Il business del tifo comprende biglietti delle partite, i posti auto per assistere ai match ma soprattutto la droga. Il regolamento dei conti per il potere nelle curve riguarda gruppi eversivi, profili sotto Daspo e il mancato controllo delle stesse società.

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