Sarà un Arnaldo Pomodoro a 360 gradi. Per i suoi 90 anni Milano festeggia il maestro con una grande mostra antologica che abbraccia l’intera città per coinvolgere appieno l’amante dell’arte come l’osservatore disinteressato. Cuore dell’iniziativa è la mostra a Palazzo Reale completata da un itinerario cittadino.
Pomodoro La mostra rappresenta le tappe fondamentali del lavoro e della ricerca artistiche di oltre sessant’anni. Che prende che coinvolge 4 sedi e prende corpo in 44 opere, 1 grande environment, 16 modellini teatrali, 4 progetti architettonici e 2 eventi collaterali. Pomodoro è considerato fra i più grandi scultori contemporanei italiani ed è molto apprezzato anche all’estero. Particolarmente famose sono le sue sfere di bronzo scolpite, ospitate in varie parti del pianeta.
La mostra diffusa Cuore della mostra è Palazzo Reale, che ospita una selezione di 30 sculture e 1 environment per raccontare la produzione artistica di Pomodoro dal 1955 a oggi. Ingresso libero a due mostre in cui è possibile ammirare modelli, disegni e fotografie che raccontano il lavoro dell’artista su quattro progetti “visionari” dell’artista: il monumento di Pietrarubbia e il nuovo Cimitero di Urbino presso la Fondazione Arnaldo Pomodoro, in via Vigevano 9, mentre alla Triennale di Milano è visitabile il Simposio Minoa a Marsala e il Carapace di Bevagna. Particolarmente suggestive le atmosfere create al Museo Poldi Pezzoli per raccontare il lavoro teatrale, compreso tra il 1982 e il 2009, attraverso un allestimento composto da sedici modellini scenici. Infine, è stato creato un itinerario in città e grazie a visite guidate le persone saranno condotte a spasso per Milano alla scoperta di alcune famose opere: il “Grande disco” a Piazza Meda, “Ingresso nel labirinto” nei sotterranei del palazzo ex Riva Calzoni o la “Torre a spirale” a Largo Greppi.
La ricerca artistica Non solo sfere dunque. Pomodoro usa forme geometriche basilari quali cerchi, triangoli, quadrilateri, sfere e cubi e predilige soprattutto il bronzo. Le sue opere dalla forma levigata e perfetta si scompongono di fronte allo spettatore per offrirgli la scoperta della complessità del meccanismo prima nascosto. Nella vasta produzione scultore spiccano i rotoli bronzei con incisi caratteri cuneiformi, la serie di tele con inserti in stagno intitolate “città”, i versi di filosofia dipinti con maestria sulla pergamena o la riproduzione e le grande scultura in legno e bronzo che anticipa la forma del primo calcolatore informatico.
La mostra, curata da Ada Masoero e promossa dal Comune di Milano, è ideata e prodotta dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro con la collaborazione con Mondo Mostre Skira. Sarà visibile fino al 5 febbraio 2017.