Non arriverà alcuna lettera di manifestazione d’interesse al Consiglio metropolitano a Torino, dove quest’oggi verrà votata una mozione sulla candidatura del capoluogo piemontese ai giochi olimpici invernali del 2026. O comunque non verrà inviata, almeno per il momento. La sindaca Chiara Appendino ha deciso di prendere tempo (il termine ultimo è il 31 marzo), dopo che lunedì alcuni esponenti 5 Stelle hanno fatto saltare il numero legale in consiglio comunale, convocato per discutere sul tema.
La questione Olimpiadi continua a dividere il partito pentastellato: se da un lato Beppe Grillo persiste nel voler ospitare la competizione (“Dobbiamo dimostrare la possibilità di fare le cose a modo nostro”), dall’altro quattro consiglieri sono contrari ai Giochi. “Per senso di responsabilità verso la città abbiamo votato provvedimenti duri e impopolari – ha scritto su Facebook Marina Pollicino, una dei “dissidenti” –. Il nostro obiettivo è il bilancio e il relativo piano di rientro. Bisognerebbe chiedere ai torinesi, volete le Olimpiadi e un ulteriore aumento delle tariffe per la ztl, l’allargamento delle strisce blu, il taglio ai servizi educativi, le tariffe mensa più alte d’Italia, i tagli sul sociale?”.
La risposta rischia di essere “no”. Comitato Acqua Pubblica, No Tav, Assemblea 21 e Attac hanno organizzato un presidio prima dell’inizio della riunione, e fuori dal Consiglio metropolitano sono comparsi alcuni cartelli: “No inciucio olimpico di ‘Chiappendino’ e co, prima i poveri e i migranti. No alle Olimpiadi che arricchiscono i soliti noti, cancelliamo il debito illegittimo della città di Torino”.
A Chiara Appendino è toccato il ruolo della mediatrice, che l’opposizione definisce “ambiguo”. “Equilibrismi e temporeggiamenti vanno a danno di una intera comunità economica e politica di centinaia di migliaia di persone – ha detto Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd in consiglio comunale -. I quattro del M5S stanno tenendo sotto scacco la sindaca. Lo ribadiamo: i voti in Consiglio Comunale per dire sì alle Olimpiadi glieli diamo noi. I grillini avranno tempo per tutte le loro manfrine interne. Adesso è il momento di agire compatti ed essere determinati verso il Coni e verso il Cio, che poi quei giochi dovrà assegnarli”.
Ma le possibilità che il 2026 veda delle Olimpiadi firmate ‘Italia’ è molto basso. Anche Luca Zaia, che aveva proposto la candidatura delle Dolomiti per lo stesso evento, è in difficoltà. Bolzano ha bocciato l’idea, considerata l’impossibilità di Giochi a “impatto zero”.