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HomeSport Olimpiadi 2026, fuori Torino, avanti con Milano-Cortina. Zaia: “Appendino ci ripensi”

Olimpiadi 2026, fuori Torino
Avanti con Milano-Cortina
Zaia: "Appendino ci ripensi"

I Cinque Stelle si sentono raggirati

Ma Giorgetti frena: Nessuna imboscata

di Valerio Del Conte19 Settembre 2018
19 Settembre 2018

“Questa non è una sfida o una prova muscolare, approfitto per fare un ultimo appello alla sindaca Appendino”. Questa la sollecitazione del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che su Radio Anch’io ha fatto un ultimo tentativo per riportare Torino nelle trattative per le Olimpiadi invernali del 2026: “Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità”.

Milano-Cortina, sembra essere oramai questa la proposta che il Coni porterà oggi a Losanna. A ottobre, in occasione della sessione di Buenos Aires, il Cio ufficializzerà le candidature, mentre oggi riceverà la bozza definitiva sul dossier italiano. “Siamo ancora in tempo, non credo che Losanna non ci prenda in considerazione”, ha affermato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha poi aggiunto: “È sicuro che l’Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del governo”.

Il posizionamento di Milano come primo nome. Anche il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha lasciato aperto uno spiraglio per il ritorno di Torino, facendo proprio l’appello di Zaia: “La sindaca Appendino ha mandato quella lettera a fronte della richiesta di Milano di essere capofila. Se problema è il posizionamento nel logo non c’è problema”. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, definisce “curioso” il cambio di rotta del governo, non più disposto a dare le garanzie ora che le città sono passate da tre a due. Fontana è, però, più rigido di Zaia e Chiamparino sul posizionamento di Milano come primo nome: “È fuori di dubbio che il brand Milano oggi nel mondo abbia un grande seguito e utilizzare questo brand è un vantaggio per la candidatura dell’Italia”.

Le motivazioni di Giorgetti. Ieri il governo ha abbandonato il progetto Torino-Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali 2026. Il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista al Corriere della Sera, motiva la sua scelta con la mancanza dello spirito olimpico e del superamento degli interessi locali e specifici per fare delle Olimpiadi un grande progetto nazionale. “Ora – ha detto Giorgetti – la candidatura con più chance è quella di Stoccolma”. Sui dubbi dei grillini di essere stati raggirati, il sottosegretario ha precisato: “Non c’è stata nessuna imboscata, la questione non poteva essere più trasparente e pubblica di così, ho parlato davanti al Parlamento”.

Tutti contro tutti. Se Giorgetti parla di colpe condivise dalle varie parti in gioco, lo scaricabarile, invece, continua a livello politico. Il vice presidente Luigi Di Maio dà la colpa al Coni, mentre la sindaca Appendino punta il dito contro il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Per la lega, invece, la colpa è di Appendino stessa, la quale ha sempre ritenuto che la candidatura di Torino fosse la migliore e non ha mai accettato il ruolo di partner. Milano e Cortina vanno quindi avanti da sole, senza il sostegno del governo, come fece la Svizzera e come abitualmente fanno gli Stati Uniti.

L’alleanza Lega-Pd e il sospetto dei Cinque Stelle. Il Coni è riuscito ad evitare la terza figuraccia olimpica davanti al Cio, che il 10 settembre 2019 annuncerà il nome della città scelta. Il Comitato Olimpico si muove ora molto cautamente, in un clima politico abbastanza teso. L’inedita alleanza Lega-Pd su Milano e Cortina dà l’impressione ai Cinque Stelle di essere stati tagliati fuori di proposito e il passo indietro del governo sembra essere, dunque, una ritorsione a tutti gli effetti. Secondo voci di Palazzo Chigi, i grillini avrebbero tentato di far convergere i soldi destinati ai Giochi nella manovra per favorire le politiche dei pentastellati, a partire dal reddito di cittadinanza. Un tentativo vano, considerando che quei soldi sono bloccati poiché destinati ad investimenti pluriennali.

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