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Oki/2. Mikudis: “Quesito referendum truffaldino”. Ferrari: “Un risultato importante ma inquietante”

di Nino Fazio06 Luglio 2015
06 Luglio 2015

Oki/2, Mikudis: “Quesito referendum truffaldino”. Ferrari: “un risultato importante ma inquietante”

All’indomani del referendum greco, gli addetti ai lavori analizzano il voto e gli scenari futuri. Dimitri Mikudis, inviato in Italia del quotidiano “Thessaloniki”, è greco di nascita ma Antonio Ferrari, ex inviato ed editorialista del Corriere della Sera, lo è di adozione, vivendo ad Atene: due giornalisti che con la Grecia hanno un rapporto stretto. Entrambi non sono rimasti stupiti dalla vittoria del ‘no’. “Il quesito – secondo Mikudis – è stato posto in maniera truffaldina. Volete le misure di austerità? Le hanno bocciate, naturalmente”. Risultato scontato, sebbene non nelle proporzioni, che testimonia l’astuzia di Tsipras ma anche il vuoto politico che ha intorno. “Syriza ha una leadership più visibile e in un certo senso credibile – ammette Ferrari – a differenza del fronte del sì, screditato, con Samaras costretto a dare le dimissioni subito dopo il risultato disastroso”.

Sorride, almeno all’apparenza, Tsipras, che si gode un “risultato di grande valenza simbolica ma ha ben poco di cui essere allegro”, come ammette piccato Dimitri Mikudis. Gli fa eco Ferrari, che parla di “un risultato importante e, per certi versi, inquietante”. Le scene di giubilo della gente non le ha proprio capite, d’accordo com’è con il presidente della Commissione europea Juncker: “Qui o vinciamo tutti o perdiamo tutti”. E questa, a Ferrari, non sembra una vittoria per nessuno: “È imbarazzante anche per la signora Merkel passare alla storia come la leader che ha permesso l’espulsione di un membro dall’aria euro e che ha indebolito le già deboli strutture dell’Unione”.

Il no all’austerità, infatti, ha rafforzato le posizioni del premier greco ma ha anche indisposto la controparte, preoccupata da un possibile effetto domino: “Questo risultato stuzzicherà le ambizioni di tutti i nazionalisti, antieuropeisti ed euroscettici”. Ne è certo Antonio Ferrari, che mostra perplessità sulle intenzioni tedesche: “Non ho ancora capito se la Germania voglia svolgere il ruolo di guida dell’Unione oppure un ruolo quasi punitivo nei confronti degli altri Stati”.

Un risultato, in realtà, il referendum lo ha già avuto: l’istrionico ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, si è dimesso per favorire le trattative con Bruxelles. “Una buona notizia”, commentano entrambi. Ferrari, però, non è convinto dalla spontaneità del passo indietro: “Ha ricevuto il benservito dallo stesso Tsipras, perché era diventato imbarazzante, andava all’Eurogruppo per tenere delle lezioni ai colleghi, che considerava solo dei minus habens”.

L’uscita di Varoufakis potrebbe essere, però, il primo segnale di una nuova atmosfera, un atteggiamento più costruttivo, nell’interesse di tutti, anche dell’Europa. “I viaggi di Tsipras a Mosca non significano che la Grecia voglia tradire l’Ue per legarsi alla Russia”, chiarisce Antonio Ferrari ma potrebbero costruire un nuovo fronte pericoloso per Bruxelles. “La Russia – continua la firma del Corriere – è essenziale per l’equilibro dell’Europa, è stato un errore emarginarla con le sanzioni. Ora non si faccia fuori anche la Grecia. Se non altro per la sua importanza nel Mediterraneo”. Un asse Atene-Mosca che non convince, però, Mikudis: “Un vecchio adagio greco dice che non puoi prendere da chi non ha. Si, magari Putin darà 5miliardi per pagare gli stipendi. Ma poi cosa succede? Si creerebbe un grandissimo problema geopolitico con gli americani e alla Grecia non conviene, dopo quasi 70 anni, abbandonare un alleato tradizionale, per ottenere dei soldi che può avere anche dall’Europa. Se Tsipras l’ha usata come carta di ricatto, è stata una giocata maldestra”.

La Grecia al palo tra un’alleanza sempre più in pericolo e altre dagli esiti imprevedibili. Tanti gli scenari, tutti incerti, tutti legati a filo doppio con il destino dell’Europa, col serio rischio che a rimetterci siano davvero tutti, anche lo stesso Tsipras. “Se questa vittoria gli consentirà di andare a discutere una ristrutturazione del debito o anche un parziale taglio in cambio di riforme, diventerà un uomo di Stato”, dice Antonio Ferrari. “In questo momento è soltanto un astuto demagogo che è riuscito a vincere questo referendum, che forse poteva anche essere evitato”.

Nino Fazio

 

 

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