23 miliardi di euro: è questa l’entità della manovra economica definita ieri dal governo, che ha approvato il Documento programmatico di bilancio, subito inviato a Bruxelles, in ritardo di quattro giorni. Non è ancora stato varato, invece, il disegno di legge di Bilancio (il cui termine scade oggi), che sarà ratificato tra qualche giorno, quando verranno risolti tutti i nodi non ancora sciolti.
La cifra costitutiva della manovra vedrà la sua porzione maggiore, 8 miliardi, diretta verso il taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori e delle imprese (con un taglio dell’aliquota Irpef del 38%), mentre un altro miliardo è previsto per calmierare il caro bollette. Rinviate ancora di un anno sugar e plastic tax, mentre la tampon tax sarà ridotta al 10%.
Le divergenze maggiori all’interno dell’Esecutivo, però, sono sul tema delle pensioni. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha prospettato l’ipotesi di sostituire Quota 100 con Quota 102 nel 2022 e Quota 104 nel 2023, ma la Lega ha manifestato la propria contrarietà, esprimendo una “riserva politica” sul punto.
8,8 miliardi dei 23 previsti dalla manovra saranno poi dedicati al Reddito di cittadinanza, più o meno quanto si spenderà quest’anno, con i risparmi che deriveranno dall’introduzione di criteri più stringenti sulla concessione e dal rafforzamento delle condizionalità.
Altri 3 miliardi sosterranno il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e il rifinanziamento fino al 2025 di Industria 4.0, mentre saranno prorogati sia il Superbonus del 110% (ma solo a condomini e case popolari), sia gli altri ecobonus edilizi, tranne quello del 90% sul rifacimento delle facciate.
La cassa integrazione ordinaria sarà estesa alle piccole imprese dei servizi e saranno rafforzate l’indennità di disoccupazione, ma soprattutto la sanità, a cui saranno dedicati 4 miliardi. Diverrà strutturale il congedo parentale obbligatorio di dieci giorni per i padri e, infine, sarà prorogata la cosiddetta “norma Mps”.