“La manovra è stata elaborata, meditata e studiata nel percorso in Parlamento. Potremmo valutare qualche intervento ma è stata costruita in termini integrali e pensare di modificare qualcosa di significativo lo escluderei”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da Addis Abbeba, in Etiopia, dove si trova in visita ufficiale. Ieri prima il Senato e poi la Camera hanno dato il via libera alla nota di aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza. A Palazzo Madama i voti favorevoli sono stati 161, a Montecitorio 331.
Entrambi i rami del Parlamento hanno anche approvato a maggioranza assoluta la risoluzione che autorizza il rinvio del pareggio di bilancio, così come previsto dal governo. Nel testo votato ieri sono confermati gli impegni presi nel contratto, dal reddito di cittadinanza alla flat tax fino all’introduzione di quota 100 per anticipare l’uscita pensionistica.
A difendere tutti i provvedimenti presi, anche Matteo Salvini: “Indietro non si torna – le parole del vicepremier in risposta alle critiche – Quelli della vita virtuale non ci fanno cambiare idea. Le ricette imposte da Monti, Gentiloni e Letta hanno impoverito l’Italia. Noi faremo l’esatto contrario di Monti, investiremo su lavoro e crescita”.
Resta però alta la preoccupazione delle istituzioni internazionali, Fondo Monetario Internazionale e Unione europea, sulla tenuta dei conti pubblici italiani. “La nostra posizione sull’Italia è abbastanza ben conosciuta: di sicuro sosteniamo il consolidamento fiscale che deve essere d’aiuto alla crescita del paese. E consideriamo che i membri dell’Ue rispettino le regole alle quali si sono impegnati” ha detto la direttrice dell’Fmi, Christine Lagarde.
La risposta del ministro dell’Economia Giovanni Tria non si è fatta attendere: “L’Italia è determinata a proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto debito/pil”, ha detto parlando al segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin nel corso di un bilaterale avuto stamattina a Bali, a margine dei lavori delle assemblee annuali di Fmi e Banca Mondiale.