Oggi il filosofo bresciano Emanuele Severino compie 90 anni.
Considerato uno dei maggiori intellettuali viventi, ha cominciato il suo percorso accademico all’Università Cattolica di Milano a soli ventitré anni, fino a quando, nel 1968, il suo pensiero filosofico non fu dichiarato incompatibile con il cristianesimo.
“Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi alla gioia, ma alludo al superamento di ogni contraddizione che attraversa la nostra vita perchè siamo costantemente nello squilibrio e nell’instabilità: non ci attende la reincarnazione o la resurrezione, ma qualcosa di infinitamente di più”. Questa una delle frasi, alla base del contrasto con la Chiesa, che il filosofo spesso ripeteva nelle sue lectio e nei suoi incontri.
Il 2 marzo Brescia lo festeggerà con una giornata tra riflessione e teatro: “Orestea/ Al centro del Vortice”. Fulcro dell’evento l’Orestea di Eschilo, che Severino tradusse nel 1985 per Rizzoli e che Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah utilizzarono per la storica messa in scena della trilogia eschilea nel 1986.
A concludere la giornata di riflessione, organizzata dall’Associazione di studi ‘Emanuele Severino’ e dal Centro Teatrale Bresciano, sarà lo stesso filosofo.