HomeCronaca Offese contro i figli di Paolo Borsellino, giudice Saguto (di nuovo) nella bufera. E le scuse non arrivano

Offese contro i figli di Paolo Borsellino, giudice Saguto (di nuovo) nella bufera. E le scuse non arrivano

di Nino Fazio22 Ottobre 2015
22 Ottobre 2015

Insulti ai figli di Paolo Borsellino, giudice Saguto (di nuovo) nella bufera. E le scuse non arrivano

“Perché dovrei chiedere scusa? Non ricordo nemmeno di aver detto quelle cose. E poi quel giorno avevo passato una mattinata al sole, ero stanchissima”. La replica del giudice Silvana Saguto – ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo – arriva all’indomani della pubblicazione di alcuni stralci di un’intercettazione che hanno fatto il giro dei giornali.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 19 luglio del 2015, ventitreesimo anniversario della strage di via D’Amelio. Dopo avere partecipato alla manifestazione “Le vele della legalità” in qualità di madrina, il giudice antimafia – al centro di un’inchiesta della procura di Caltanissetta – sale sull’auto blindata, telefona a un’amica, insultando i figli di Paolo Borsellino. “Ma perché minchia ti commuovi a 43 anni per un padre che ti è morto 23 anni fa? Che figura fai”, avrebbe detto di Manfredi, che il giorno prima aveva abbracciato il presidente della Repubblica Mattarella. Parole forti, che non esauriscono però l’argomento: “Ma che – continua Saguto – dov’è uno… le palle ci vogliono. Parlava di sua sorella e si commuoveva”.

Risale a quei giorni, infatti, il caso Crocetta, nato dalla pubblicazione da parte dell’Espresso di una presunta intercettazione – smentita poi da tutte le procure – in cui il medico del governatore della Sicilia Crocetta dice al suo paziente che Lucia Borsellino “va fatta saltare come il padre”. Fu questa la ragione per cui Manfredi – che la Saguto bolla come “uno squilibrato, lo è stato sempre, lo era pure quand’era piccolo” – rinunciò a partecipare alla cerimonia istituzionale in via D’Amelio, parlando – e commuovendosi – invece davanti al presidente Mattarella. Il magistrato siciliano – che gode della fama di paladina dell’antimafia – ne ha pure per Lucia Borsellino, “cretina precisa”.

“Io e mia sorella Lucia siamo senza parole”, ha detto Manfredi Borsellino, oggi dirigente del commissariato di polizia di Cefalù. “Non vogliamo commentare – ha aggiunto – espressioni che andrebbero catalogate alla voce cattiveria. Solo parlandone, rischiamo perciò di attribuire importanza a chi quelle parole ha proferito”.

Non si tratta, però, di un fulmine a ciel sereno. All’orizzonte, per “la donna economicamente più importante di Palermo”, come la definì Giancarlo Caselli, si addensavano già nubi nerissime, almeno secondo la procura di Caltanissetta, che l’ha iscritta nel registro degli indagati per corruzione, induzione e abuso d’ufficio. Avrebbe trasformato il mondo dei beni sequestrati alla mafia in un affare di famiglia, con incarichi ad amministratori giudiziari amici, nomine in cambio di lavori per il marito Lorenzo Caramma (anche lui indagato), il figlio e la fidanzata del figlio.

Nino Fazio

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