Le donne rappresentano il 66,3% dei nuovi posti di lavoro tra i profili intellettuali e specializzati: è quanto emerge dal dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale”, realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Secondo lo studio, il numero totale delle lavoratrici in Italia è passato dai 9,7 milioni del 2019 ai 9,5 milioni del 2021. Il lavoro qualificato per le donne, invece, è cresciuto del 23%. Rispetto ai primi nove mesi del 2019, sono cresciute le assunzioni delle laureate che rappresentano il 18,4% delle neoassunte (8,5% tra gli uomini). Su 100 laureati che hanno sottoscritto un nuovo contratto, 65 sono donne.
Per quanto riguarda le singole professioni, i profili che hanno mostrato i maggiori incrementi sono anche quelli dove persiste un diffuso divario di genere. Il numero delle donne ingegnere e architette è aumentato del 40,2%, seguono le specialiste della salute con 33,6%, le donne impiegate nella formazione e nella ricerca (+26,9%) e le specialiste in scienze matematiche, informatiche e chimiche (+19,5%).
Persistono le disuguaglianze nelle tipologie contrattuali: solo il 21,3% delle donne è assunta a tempo indeterminato, mentre il 64% ha ottenuto un contratto a termine. Inoltre, nei primi mesi del 2021, solo una donna su due ha firmato un contratto a tempo pieno mentre, tra gli uomini, la percentuale sale al 68,7%. I settori in cui sono registrati più contratti per le donne sono l’istruzione (+32,2%), la sanità (+ 14,3%) e la pubblica amministrazione (+12,1%) preferiti anche per via della mobilità interna.
Interessante, infine, notare come nel 2021 il 32,4% delle donne abbia trovato lavoro al Sud, unica area geografica del Paese in cui non si è registrata una contrazione delle assunzioni. Per l’8 marzo, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dedicherà proprio all’occupazione femminile uno spazio nel suo canale Youtube.